L’idea sperimentata in Nuova Zelanda. I giganteschi uccelli battono i mari a sud dell’Oceano Indiano alla ricerca di pescherecci illegali
Narrano le cronache che qualche anno fa il governo americano pensasse di usare i pipistrelli per portare bombe in territorio nemico. Pare che la CIA abbia speso fior di quattrini, prima di abbandonare l’idea. A volte anche ai cervelloni vengono idee strampalate.
Che sia il momento della riscossa? Gli spioni americani saranno sollevati dal sapere che la Nuova Zelanda ha preso spunto dal pionieristico piano per inaugurare una sperimentazione del tutto simile. A scopo civile, certo, ma poco importa.
Si tratta, racconta il Guardian, di utilizzare gli albatros come giganteschi droni. Il fine? Cogliere sul fatto i pescherecci illegali, quelli che gettano le reti in acque nazionali senza, però, detenere i necessari permessi. Un business che, a livello mondiale, varrebbe 23 miliardi di dollari. Non una bazzecola.
Albatros come droni: come “funzionano” gli uccelli spia
La storia comincia a novembre 2018, quando i ricercatori hanno applicato a 169 albatros una speciale attrezzatura. Altri 20 uccelli sono stati “bardati” due mesi dopo, a gennaio 2019.
La tecnologia, di origine francese e neozelandese, è composta da un’antenna GPS per la localizzazione, una seconda antenna per indentificare i radar dei pescherecci, e una terza per inviare i dati al quartier generale. Il tutto alimentato a energia solare. L’apparato è montato sulla schiena degli uccelli, e pare non essere di intralcio al volo.
A essere sfruttata è la naturale curiosità dei volatili, attratti dai pescherecci (e soprattutto dal pesce che questi gettano fuoribordo), al punto da riuscire ad avvistarne uno addirittura a distanza di 30 miglia. L’elettronica fa il resto, identificando i battelli e spedendo le coordinante alla sala operativa, che è in grado di controllare la regolarità delle operazioni.
Le zone battute sono quelle delle isole antartiche a sud dell’Oceano Indiano, dove è troppo costoso monitorare il territorio. Dati diffusi la settimana scorsa riportano come un terzo delle imbarcazioni che solcano quelle acque pescano illegalmente, spegnendo i sistemi di rilevazione.
Come droni intelligenti
“Sono come droni, ma intelligenti” ha chiosato Henri Weimerskirch, biologo marino del Centro Nazionale per le Ricerche Scientifiche francese, precisando che gli uccelli sono perfettamente adatti a percorrere le lunghe distanze oceaniche richieste dalle missioni. Gli albatros sono, infatti, in grado di sfruttare le correnti ascendenti per sostenere il volo e l’apertura alare – che supera spesso i due metri – li aiuta.
L’impiego dei volatili come aerei spia, in realtà, non è lo scopo primario del progetto, racconta il ministero per la Pesca neozelandese. La missione primaria è quella di studiare la distribuzione degli uccelli, sempre più a rischio estinzione, e le loro modalità di approvvigionamento. Tra le minacce che pendono sulla specie inquinamento, pesca intensiva ma anche gatti e ratti, che distruggono le uova.