Realizzato da un’azienda modenese, al primo impatto è un semplice pavimento in ceramica. Ma è dotato di un sistema sensoriale che permette di rilevare qualsiasi movimento e identificarne la natura. Testato per monitorare i flussi dei visitatori del Museo storico di Lecce, in futuro potrà essere installato nelle nostre case per rilevare, ad esempio, la caduta di anziani soli.
A prima vista è un comunissimo pavimento in ceramica. In realtà questa speciale superficie, brevettata da un’azienda di Modena, è dotata di una struttura sensoriale particolarmente sensibile, che permette di rilevare qualsiasi movimento. Un vero e proprio sistema di monitoraggio in tempo reale, che individua gli spostamenti, i flussi di traffico e registra le abitudini di chi lo utilizza. Florim Age – questo il nome – è stato realizzato dall’azienda Florim Ceramiche in collaborazione con i ricercatori del Centro Softech-ICT dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Florim Age, the floor is an image
Il pavimento è un’immagine. Questo è il motto alla Florim, dove sono convinti che queste superfici possano comportarsi come veri e propri sistemi di acquisizioni di immagini. Il loro pavimento interattivo infatti, è capace di percepire pressione e vibrazione con elevata precisione ed elaborare i dati grazie ad un software di visione. «I sistemi attualmente in circolazione prevedono moquette o parquet», sottolinea Davide Muccinelli, project manager di Florim.
Il nostro invece ha una superficie esteticamente unica: disponibile in diverse finiture, si può lavare e non è attaccabile da acidi
Estremamente sottile, il pavimento Florim Age è composto da lastre in ceramica con uno spessore di appena quattro millimetri e mezzo. Può essere installato su qualsiasi rivestimento grazie ad una particolare guaina, ricoperta di sensori.
Sensori disposti come pixel
Un sensore ogni dodici centimetri quadrati, per la precisione. Ad implementarli ci hanno pensato i ricercatori del Centro Softech-ICT dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che si sono occupati anche dell’elaborazione dei dati. «Abbiamo ideato un sistema che consente al pavimento di diventare una vera e propria telecamera», spiega la professoressa Rita Cucchiara, direttore di Softech-ICT. In effetti, in una stanza di piccole-medie dimensioni, possono trovarsi almeno quattrocento sensori, per un controllo totale degli ambienti. «La particolare disposizione dei punti sensoriali in riga e in colonna come fossero dei pixel consente di rilevare immagini o addirittura, in futuro, video di come varia il peso di pressione di ciò che calpesta il pavimento», prosegue Cucchiara. «E questo in futuro ci consentirà di rilevare non solo la presenza, ma anche il comportamento delle persone su queste superfici».
Il progetto è stato ingegnerizzato dall’azienda bolognese Exelmicroel. I ricercatori del Centro Softech-ICT poi hanno provveduto a realizzare il software “che mantiene lo storico aggiornato ogni due secondi e, aggregato, ogni minuto di ciò che accade”, come ci spiega Roberto Vezzani, responsabile tecnico del progetto. «In questo modo possiamo rilevare tutte le statistiche e dunque capire nel tempo chi è passato, quanto si è fermato e cosa ha fatto», prosegue Vezzani.
Inoltre il software è pronto per essere personalizzato in moltissime applicazioni.
Monitoraggio costante rispettando la privacy
Moltissime applicazioni si diceva. Sì, ma quali? Nei musei, ad esempio, il pavimento intelligente potrebbe contribuire alla salvaguardia delle opere. Florim Age ha già debuttato con successo al Museo storico di Lecce nell’ambito dell’inaugurazione del teatro virtuale, per monitorare i flussi dei visitatori. «Un simile strumento consente di monitorare determinate superfici rispettando la privacy – ricorda la professoressa Cucchiara – e dunque superare tutte le difficoltà e i costi dovuti all’installazione di telecamere».
Ma con la sua versatilità, leggerezza e semplicità di installazione, potrà essere protagonista delle future smart cities, trovando impiego in ambiti diversi. Come nella domotica e nel monitoraggio di persone parzialmente autonome. Ecco che, ad esempio, potrebbe essere installato in casa per monitorare da qualsiasi postazione gli spostamenti degli anziani che vivono da soli in casa, segnalando eventuali cadute. «E ancora – conclude Cucchiara – nella sorveglianza all’interno di appartamenti o di edifici pubblici, nell’analisi dei flussi pedonali, oltre che contribuire a nuove forme di human-machine interaction».