IntendiMe è un gioco di parole che in dialetto Campidanese significa “ascoltami” e intorno a cui ruota l’anima dell’invenzione: un sistema che permetterà a chiunque abbia problemi di udito di essere avvisato di tutti i rumori che fanno parte della quotidianità all’interno di una casa.
La giovane Alessandra Farris ha avuto un’idea che potrebbe modificare radicalmente la quotidianità delle persone sorde. Da questa idea è nata IntendiMe, un gioco di parole che in dialetto campidanese significa “ascoltami” e intorno a cui ruota l’anima dell’invenzione: un sistema che permetterà a chiunque abbia problemi di udito di essere avvisato di tutti i rumori che fanno parte della quotidianità all’interno di una casa.
Come spesso accade nel caso di idee innovative, la soluzione che Alessandra ha escogitato si basa su di un meccanismo molto semplice: una serie di placchette che, attaccate ai vari oggetti presenti in casa, sono in grado di comunicarti i suoni che producono. Ad esempio, se squilla il telefono o scatta il timer del forno, la placchetta rileva la vibrazione prodotta dal suono e l’utente riceve una notifica (luminosa o tramite vibrazione) direttamente sul dispositivo su cui è stata scaricata l’apposita app: dispositivo da polso, smartphone o tablet. Tramite la app sarà inoltre possibile nominare ogni placchetta in modo da riconoscere al volo da dove proviene il suono a cui la notifica si riferisce.
Per Alessandra Farris si trattava di risolvere un problema attuale e di soddisfare un bisogno concreto: aiutare i suoi genitori, entrambi sordi, offrendo loro un modo per sentire i rumori di casa, dal campanello della porta al timer del forno. È così che lo scorso ottobre, Alessandra, studentessa in lettere antiche, si presenta al Contamination Lab dell’università di Cagliari e lì conosce Antonio Pinese, Giorgia Ambu e Andrea Mura, e insieme elaborano l’idea. Nessuno di loro è ingegnere: Antonio studia informatica, Giorgia è laureata in economia e Andrea studia scienze politiche, ma questi tre goivani ragazzi sono riusciti in soli 6 mesi a fare passi da gigante, grazie al prezioso aiuto del loro mentor Riccardo Arciulo, che li ha seguiti durante la fase di elaborazione del progetto.
A febbraio, solo 4 mesi dopo il loro primo incontro, IntendiMe ha infatti vinto il Contamination Lab di Cagliari e ha partecipato alla finale di Innovation Lab tenutasi a Firenze.
“Chi non ha mai vissuto l’esperienza della sordità fatica a capire come il nostro strumento può davvero diventare importantissimo nella vita delle persone non udenti, sia totalmente che parzialmente sorde” racconta Alessandra. “Tutto è nato perché entrambi i miei genitori sono sordi e per quanto siano in tutto e per tutto indipendenti, negli anni abbiamo perso il conto di quante volte ci si bruciava l’arrosto in forno o di quante volte qualcuno suonava alla porta e rimaneva inascoltato. Per me si trattava di una missione.”
Come funziona?
La tecnologia è molto semplice e non serve essere bravi con pc o smarthpone per poterla utilizzare, il che la rende adatta anche alle persone anziane: si tratta di placchette rimovibili, grandi come una moneta da due euro, che vengono poste sui vari oggetti della casa che si desidera “sentire”, e catturando le vibrazioni che generano i suoni, l’utente viene avvisato direttamente sul device che preferisce: smartphone, tablet o braccialetto da polso. Il vantaggio è che funziona 24 ore su 24, e il braccialetto pensato ad hoc per generare gli avvisi è resistente all’acqua, perciò se qualcuno suona alla porta, lo si “sente” anche sotto la doccia.
“Il nostro progetto è piaciuto molto anche perché si rivolge a una categoria di persone che normalmente vengono escluse quando si parla di disabilità” prosegue Alessandra. “In questo senso per noi è stata importantissima la collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi di Cagliari, che ci ha supportato in tutto e per tutto sin dalla fase iniziale aiutandoci a redigere i questionari per la somministrazione dei primi test e fornendoci all’occorrenza l’interprete.”
Proprio in questi giorni IntendiMe ha ricevuto un’ulteriore grossa soddisfazione: essere fra le 40 startup selezionate in tutta Italia da TIM Wcap Accelerator per partecipare al programma di accelerazione delle giovani imprese.
“Questa bella notizia rimescola un po’ le carte – conclude Alessandra – anche perché non ce l’aspettavamo. Ora si tratterà di implementare ancora di più la nostra tecnologia, che già è funzionante, fare ulteriori test e girare un po’ in tutta Italia per raccontare chi siamo e che cosa stiamo facendo. Per il momento siamo entusiasti di quello che siamo riusciti a fare in poco più di sei mesi.”