Dalla fine del lockdown già 130 sinistri. Otto in 48 ore solo a Milano. E ci si interroga se siano davvero così green
L’odissea del bonus bici – che abbiamo seguito disavventura dopo disavventura, ritardo dopo ritardo – aggiunge ora un nuovo tassello. Il boom di acquisti di monopattini elettrici pare essere stato infatti seguito dal crash di numerosi incidenti con protagonisti questi silenziosissimi – e velocissimi – mezzi a due ruote. Alcuni sinistri sono stati anche molto gravi, perciò ora il mondo politico si interroga se sia nuovamente il caso di rimettere mano al Codice della Strada, fresco di alcuni interventi legislativi, e operare una nuova stretta sulla circolazione di questi veicoli ecologici che, a quanto pare, l’italiano non ha ancora imparato a padroneggiare come si deve. Secondo i tecnici del governo, la misura incentiverà l’acquisto di 350.000 veicoli sostenibili tra biciclette tradizionali e a pedalata assistita, handbike, monopattini elettrici, hoverboard e segway ma, a fronte di tanti incidenti, siamo sicuri che le strade (e marciapiedi) siano pronte a un così rapido cambio di mezzi circolanti? Soprattutto dato che ancora troppi sembrano convinti che il monopattino non sia un veicolo come gli altri e possa quindi sfrecciare per strada senza rispettare precedenze, pedoni e zone interdette alla circolazione.
Foto: Viminale
Il boom di acquisti a seguito del bonus bici (anche per via delle restrizioni della misura stessa, valida solo per chi abita nei grandi centri urbani) si è registrato a Milano dove, parallelamente, dalla fine del lock down a oggi si conta anche il maggior numero di incidenti che hanno coinvolto (quando non direttamente provocati da) monopattini elettrici.
Foto: Viminale
I numeri denunciati da AREU – Azienda Regionale Emergenza e Urgenza parlano chiaro: da giugno a oggi, 130 sinistri. Soltanto a Milano. Questa settimana 8 in 48 ore. L’ultimo, lo scorso 16 settembre, in pieno centro città: un uomo di 34 anni, a bordo del suo monopattino elettrico, si è scontrato contro una vettura che percorreva in senso opposto il sottopasso Mortirolo, vicino alla Stazione Centrale. Nello scontro, il 34 enne è andato a sbattere con la testa contro il parabrezza dell’auto ed è stato soccorso dal 118 che lo ha trasportato al nosocomio in codice rosso.
In rapporto agli abitanti, la città italiana con il maggior numero di monopattini è invece Torino, che nel 2019 è stata anche teatro della metà degli incidenti di questi mezzi (ma si parlava di numeri assai più bassi: 7 su di un totale di 15 in tutta Italia). Uno dei più gravi di quest’anno risale invece al 30 luglio scorso: trauma cranico per un 18enne.
Il Vecchio continente in lotta contro i monopattini
Ma questa impennata di sinistri una volta tanto non è dovuta all’italica indifferenza per le regole. Nel nostro Paese si sta verificando ciò che infatti avevamo visto già accadere, con qualche mese di anticipo, nelle altre grandi città d’Europa. La prima a prendere posizione contro i monopattini è stata Parigi (ne avevamo parlato qui) che l’estate scorsa aveva mosso guerra all’«l’anarchie des trottinettes». Senza troppo successo, pare, dato che tutte le sere giovani spesso sotto l’effetto di sostanze psicotrope si ritrovano nei dintorni degli Champs Elysées e danno il via a gare illegali tra monopattini. Fenomeno che, peraltro, sembra essersi diffuso negli ultimi mesi pure a Roma.
Trecento sterline è la somma che dovrà sborsare chi viene pizzicato alla guida di un monopattino a Londra, in una strada pubblica. La city è stata la più severa nei confronti di questo nuovo veicolo. Bruxelles impone che solo i maggiorenni possano guidarli mentre Stoccolma ha abbassato il limite di velocità a 20km orari.
Monopattini, sono davvero così green?
Alla domanda se i monopattini siano davvero quel mezzo tanto sostenibile che tutti credono avevamo già provato a dare una risposta in questo approfondimento. È tornato sul tema il Corriere della Sera, che si è concentrato sulla vita, troppo breve, dei mezzi in sharing: «appena 12 mesi, al massimo 24. E ciò che resta, nickel, cobalto, rame, la massa nera delle batterie elettrica, è una bomba ecologica che, in Piemonte, come nel resto d’Italia, non sappiamo ancora come smaltire». Ma in ballo appunto non c’è solo l’ambiente, ma anche la salute di chi guida i mezzi (senza scocca, quindi espongono il pilota molto più di un normale motorino) e dei pedoni. Non contenti dei pericoli provocati dai monopattini c’è già chi studia lo skateboard elettrico super-veloce da 55km/h…