Una startup crea suoni che stimolano le onde cerebrali. L’idea è di due programmatori americani, Adam Hewett e Junaid Kalmadi, che per creare la tecnologia si sono affidati a luminari della scienza ed a un robot.
Si chiama Brain.fm ed è una piattaforma che compone musica per rafforzare le attività cerebrali, ridurre ansia, migliorare la concentrazione e risolvere i problemi di insonnia. L’idea è di due programmatori americani, Adam Hewett e Junaid Kalmadi, che per creare la tecnologia si sono affidati a luminari della scienza ed a un robot, un algoritmo che diventa il deejay del tuo cervello.
La musica che stimola le onde celebrali
La storia di Brain.fm comincia più di 10 anni fa quando Adam inventa il primo software insieme a un team di ricercatori e terapisti. All’epoca la startup si chiama Transparent e si focalizza su alcune nicchie, psicologi, hobbisti, studi di terapisti.
L’obiettivo è di migliorare lo stato d’animo di una persona con la musica.
Le ricerche su cui appoggia le sue tesi sono quelle sul brain entertainment, in altre parole una teoria che analizza il rapporto tra onde cerebrali e stimoli acustici: «La base è che certi suoni evocano risposte dal cervello. Ascoltare musica può, in questo senso, alternare o indurre alcune oscillazioni neuronali che possono avere una serie di effetti benefici sulla riduzione dell’ansia, sulla concentrazioni. Variazioni che possono essere misurate attraverso l’elettroencefalografia» spiega Futurism.
13 anni di ricerche
Per testare il prodotto e verificarne l’attendibilità, la startup lavora con un team di scienziati, tra cui Giovanni Santostasi, un neuroscienziato di origini italiane della Feinberg School of Medicine: è lui che si è occupato degli studi sull’impatto dei suoni sul sonno e la concentrazione. Adam e Junaid hanno collaborato con lui e altri team di scienziati per creare le prime tracce, ma si sono ben presto resi conti che da soli non ce l’avrebbero mai fatta: «Ci volevano anche quattro mesi per creare solo 20 tracce, allora abbiamo capito che usare l’intelligenza artificiale era una necessità per creare contenuti diversi e ci siamo inventati SongBot» spiegano i founder a theHustle.
Come funziona il deejay del cervello
Il bot, SongBot risponde a ogni tipo di istruzione “Che tipo di genere di musica cerchi”? Quale onde del cervello sto stimolando? Qual è il BTM? (batti al minuto, ndr)”. Una volta ottenute le info dall’utente le invia ad altre decina di migliaia di piccoli bot, che sono piccoli pezzi di codici, mini cervelli, che riproducono il suono di un tamburo o di una nota» spiega Kamaldi.
Al di là del complesso sistema alla base, l’interfaccia del sito è molto immediata.
L’utente si logga all’interno del sito, sceglie di che tipo di musica ha bisogno in tre categorie (Focus, relax e sleep) e trova una serie di tracce audio disponibili per ognuna, le ascolta e a questo punto capisce se il servizio gli è stato utile o meno. Brain.fm ha un costo che va da 5 dollari per un accesso di 12 mesi fino a 299 per poterne usufruire sempre. CBNC ha inserito la startup nella lista delle migliori (hottest) del 2015.
Musica e medicina
Per i due founder è una combinazione ancora inesplorata: «È un campo che sta emergendo, non tutti sono consapevoli dell’effetto che la musica può avere sul loro cervello. Ma chi investe nel campo può già contare su una community di scienziati molto interessati all’argomento» concludono.