Fare giornalismo andando a raccontare quello che, di bello, accade sul territorio bolognese e non solo, con la collaborazione di un team di aspiranti giornalisti che hanno una disabilità. E’ con questo obiettivo che nasce Buone Notizie Bologna, giornale online bolognese che punta a promuovere l‘inclusione sociale e lavorativa dei suoi redattori attraverso il lavoro di squadra e una formazione professionale continua.
Una storia di resilienza per questo magazine, nato nel 2009, da un’idea di Virtual Coop Cooperativa Sociale ONLUS, prima in versione cartacea e successivamente approdato nel mondo online con Maurizio Cocchi, direttore, e con un team di una decina di redattori con disabilità motorie o visive. Una sede nel cuore di Bologna, quella di Buone Notizie, per poter scrivere della città e di ciò che accade nel mondo all’ombra delle Due Torri.
«Il giornale è nato per andare a raccontare ciò che di bello accade, andando contro il solito stereotipo di notizia, da sempre più legato al concetto di negatività – racconta a StartupItalia la caporedattrice Giuseppina Carella -. I primi anni era cartaceo ed usciva il primo giorno del mese, mentre nel 2013 abbiamo deciso di trasferire tutto online per poter arrivare a tutto il pubblico in cui volevamo inserirci».
Buone Notizie Bologna è anche uno strumento per poter dare alle persone svantaggiate e con disabilità un inserimento lavorativo, che è anche la mission dell’associazione stessa. «La Cooperativa, infatti, ha un suo settore di lavoro che è quello del data entry e spazia in diverse attività in questo campo, ma non tutte le persone in tirocinio erano adatte o avevano un’attitudine all’inserimento dati».
Ciò che Buone Notizie Bologna insegna è che la disabilità non è un limite, ma un modo per riscoprirsi, per superare ogni ostacolo e per continuare ad essere curiosi e appassionati, anche sul lavoro. «Abbiamo capito che questo giornale poteva essere un’attività perfetta per poter ospitare tirocini e attività di questo tipo», racconta ancora Giuseppina Carella. «Nel tempo, ci siamo evoluti e quando ci sono state segnalate le persone per i nostri tirocini, abbiamo iniziato a cercare anche persone già attive nel campo della scrittura, per poter far diventare il giornale stesso una seconda attività volta all’inclusione».
Inclusione e informazione: una storia bolognese di rivincita
Una redazione giovane e con la voglia di mettersi in gioco, giorno dopo giorno. I redattori di Buone Notizie Bologna non raccontano solo il mondo, ma anche la propria sfida personale, partendo proprio dalle loro disabilità.
«In redazione siamo circa una decina: alcuni hanno una disabilità fisica e sono in carrozzina, altri sono ipovedenti. C’è anche un giovane redattore non vedente dalla nascita, che sto formando e seguendo per fargli scrivere articoli», prosegue la caporedattrice di Buone Notizie Bologna. «Altri collaboratori lavorano in smart working, perché escono raramente di casa per via del tipo di patologia che hanno. Ci sono anche redattori con problematiche psichiche, che sono seguiti dai centri di salute mentale, e due giornaliste freelance che collaborano anche con altre riviste».
Il lavoro della redazione, infatti, è stato raccontato da Carella anche nel format Ad Maiora, condotto dalla giornalista Deborah Annolino, con la missione di raccontare la storia di resilienza della testata e dei suoi collaboratori fino ad oggi.
«L’idea è far conoscere sempre di più la nostra realtà: vorremmo uscire anche dai nostri confini, al di là delle iniziative e dei progetti del nostro territorio», conclude Giuseppina Carella. «Vogliamo confrontarci e fare nuove collaborazioni con altre redazioni. Vorremmo arrivare a sviluppare nuovi progetti, per poter raccontare l’inclusione e per portare al nostro giornale nuove possibilità».