A sei mesi dal terremoto di magnitudo 7,2 che ha colpito il Paese del Centro America, sono allo studio soluzioni che permettano a fasce sempre maggiori della popolazione di sopravvivere alle scosse più forti e distruttive
Negli ultimi 12 mesi sono stati migliaia i terremoti che hanno fatto sobbalzare i messicani. Alcune scosse sono state particolarmente distruttive, come quella di magnitudo 7.2 dello scorso 17 febbraio, che ha causato non pochi crolli nella regione di Oaxaca, nel sudovest del Paese. Solo nella seconda metà di agosto i sismografi hanno registrato almeno 4 scosse superiori al 2.5 (di cui una a 5.3). Data la sismicità della zona, gli ingegneri sono al lavoro per soluzioni che consentano a sempre più persone di salvarsi, anche quando gli edifici non sono costruiti secondo le più recenti tecnologie antisismiche. Tra i progetti più curiosi ma interessanti spicca la “Cápsula k-107“, un uovo in cui rinchiudersi durante la scossa.
Una capsula spaziale capace di sostenere il peso di 600 tonnellate
Nonostante per aspetto richiami i sarcofagi in cui gli astronauti si ibernano nei film di fantascienza, la Cápsula k-107 è in realtà un guscio protettivo pensato per proteggere il proprio occupante da eventuali crolli durante i terremoti. Come il carapace di una tartaruga, la capsula è sufficientemente robusta da resistere all’impatto di solai e soffitti quando le strutture collassano.
La forma a uovo non è casuale: il profilo sfuggente offre meno superficie e meno rischio di attrito contro i calcinacci. L’ingegnere che la ha progettata, il professor Reynaldo Vela Coreño dell’Universidad Autonoma Metropolitana di Azcapotzalco, ritiene che sia in grado di sopportare il crollo di un edificio di 600 tonnellate. Un peso notevole cui l’uovo può resistere anche grazie al materiale aerospaziale con cui è costruito.
Pensata per salvare i poveri dai terremoti
L’aspetto più interessante della Cápsula k-107 è però la sua funzione sociale: è infatti progettata proprio per quella parte della popolazione che non abita in edifici antisismici ed è dunque maggiormente esposta al rischio dei crolli. Può sembrare strano, ma anche i terremoti non sono democratici, soprattutto in Paesi in cui la sperequazione sociale, insomma la differenza di censo, è elevata. E infatti basta osservare gli storici degli ultimi devastanti terremoti che hanno colpito il Centro America per rendersi conto che a ogni cataclisma sono le classi più povere a pagare il maggior tributo in termine di vittime e feriti.
Al suo interno si può sopravvivere per un mese
Ciascun uovo è pensato per accogliere un solo occupante ma, come mostra il video pubblicato dai progettisti, nelle strutture pubbliche, negli uffici o nei condomini si potrebbero affiancare più Cápsule k-107 così da fare fronte a ogni emergenza.
Nel malaugurato caso in cui si finisca inghiottiti dalle macerie, la capsula si trasforma in una scialuppa di salvataggio: infatti è pensata per fornire ossigeno, acqua e cibo per 30 giorni, in attesa dei soccorsi. Tramite un sistema di luci led alimentato da alcune batterie al litio l’occupante non resta mai al buio e la capsula stessa può essere individuata anche di notte o durante un blackout, mentre grazie un GPS collegato a 18 satelliti può essere facilmente localizzata. Data la tecnologia impiegata, si spera adesso che il progetto universitario, tutt’altro che economico, oltre a entrare in commercio, venga acquistato anche dalle pubbliche amministrazioni e non solo dalle grandi aziende o verrebbe vanificato il tentativo di salvare dai disastri dei terremoti soprattutto le fasce di popolazione più deboli ed esposte.