Chiedere aiuto è sempre difficile. Guardando i dati del nostro Paese, è chiaro che la psicoterapia non sia ancora un tema quotidiano e sdoganato. Sono tanti i pregiudizi e altrettante le cause che, quotidianamente, impediscono ai giovani di iniziare un percorso di benessere mentale.
Dai costi ai pregiudizi, alla paura del raccontarsi e di chiedere aiuto. Secondo un’indagine di Unicef, ben sei ragazzi su dieci si sentono angosciati e turbati nella propria quotidianità e ancora quattro ragazzi su dieci affermano di non aver avuto alcun tipo di supporto. Molti di loro, come sottolinea il report On My Mind, preferiscono raccontare le proprie esperienze e condividere le loro problematiche con altri coetanei nella stessa situazione, al posto di chiedere un aiuto concreto ad un professionista.
Ma è proprio per aiutare i ragazzi e le famiglie in Italia e nel mondo che l’Associazione ANPIL, diretta da Massimiliano Salerno, si è alleata con lo Spazio Ascolto Famiglie, attivo dal 2010 sul territorio milanese: nasce così un contesto in cui gli operatori professionali prendono in carico non solo i bisogni dei bambini e degli adolescenti, ma tutto l’ambito familiare e scolastico. E dall’unione di queste iniziative nasce anche l’idea inclusiva di una seduta sospesa dallo psicologo per i ragazzi, per aiutarli ad avvicinarsi al mondo della psicoterapia.
Dal caffè alla seduta sospesa dallo psicologo
«Abbiamo notato come la solitudine sia ormai un sentimento costante e pericoloso e per questo abbiamo ritenuto che fosse arrivato il momento di sostenere gli adolescenti della nostra zona con un supporto psicologico», racconta Michele Augurio, responsabile dello Spazio Ascolto Famiglie. «Un supporto che fosse, diciamo così, studiato su misura e che quindi andasse oltre il nostro spazio di ascolto. Non tutti, però, potevano permettersi di accedere a un aiuto del genere perché ha un costo. Per questo, abbiamo deciso di adottare un metodo che, da decenni, si adotta a centinaia di chilometri da noi. E così siamo passati dal caffè alla seduta sospesa».
Chi vuole, insomma, può pagare una seduta psicologica a chi non ha fondi e disponibilità per poterlo fare, seguendo il trend del caffè sospeso. «La risposta? E’ stata incoraggiante. In tanti hanno voluto aderire all’iniziativa e ora si aprono spazi interessanti. E’ un progetto dedicato alla famiglia in generale, ci occupiamo di genitorialità e in questo periodo ci stiamo occupando in particolar modo degli adolescenti. Lavoriamo molto sulle relazioni».
Ansia, mancato dialogo con i genitori e paura della solitudine
Con la pandemia e il lockdown, le problematiche e l’angoscia vissute dai ragazzi sono aumentate. Complice una maggiore presenza online, anche secondo un report di CORECOM Lombardia, sono sempre di più i ragazzi che a causa dell’uso massiccio dei device e della rete arrivano ad avere conseguenze psicologiche e sociali.
Quando chiediamo quali siano le problematiche particolarmente vissute e raccontate dai ragazzi durante le sedute sospese, Michele Augurio spiega che «sono proprio l’incapacità degli adolescenti nel gestire l’ansia e la paura della solitudine ad affliggere i ragazzi. Inoltre, anche la mancata comunicazione con e da parte dei genitori all’interno del contesto familiare, è ad oggi un elemento critico. In famiglia, comunicano tutti attraverso il cellulare e non hanno un processo comunicativo diretto».
Viene quasi da chiedersi se si possa attribuire ai social network e tutti i nostri device la vera causa di una mancata comunicazione dilagante nella vita reale. «Sicuramente hanno influito e con una situazione aggravante: con il lockdown abbiamo sdoganato i processi comunicativi da remoto per cui, ora, diventa difficile spiegare ai ragazzi che la comunicazione tramite cellulare non è funzionale, quando per due anni è stata l’unica possibilità per comunicare», prosegue Augurio. «Il paradosso, insomma, è che, stando sempre connessi, il contatto fisico, direi umano, si è notevolmente ridotto, lasciando spesso vuoti incolmabili».
Seduta sospesa dallo psicologo ed altri progetti
Ma è proprio per recuperare quell’umanità e l’importanza di sviluppare connessioni e relazioni sane che, per continuare la propria missione e aiutare i ragazzi ad affrontare le loro paure e disagi, Spazio Ascolto Famiglie continua a lavorare, oltre le sedute sospese, con nuovi progetti sul territorio e non.
«Stiamo anche cercando di continuare un progetto nel contesto della mediazione e del conflitto, in particolar modo sul territorio milanese. Vogliamo far capire alle persone che il conflitto non è un elemento negativo ma qualcosa di normale, ed è semplicemente fondamentale imparare a gestirlo quotidianamente nel migliore dei modi».