firma email wapp 3

A Firenze c’è un’associazione di promozione sociale che trova la sua ragione di essere nell’arteterapia: è il Centro Ricerche Europeo Terapia Espressiva, fondato nel 1991 da Anne Denner e Liana Malvasi. Il C.R.E.T.E. offre un percorso di formazione triennale per arteterapeuti, organizza conferenze e mostre per sviluppare la consapevolezza sull’arte, promuove atelier di arteterapia e attua ricerche nel campo della prevenzione e riabilitazione attraverso l’arte, seguendo il metodo Anne Denner. Mette dunque in campo l’arte per supportare e lasciare esprimere bambini e bambine anche con disturbi del neurosviluppo o bisogni educativi speciali, anziani e anziane, detenuti e detenute, stranieri, disabili. Le parole d’ordine sono espressività e inclusione. 

Arteterapia per tutti e tutte

La presidente Liana Malavasi, psicologa e psicoterapeuta specializzata in terapie espressive, formata in arteterapia con la professoressa Anne Denner, crede fermamente nel valore dell’arteterapia: «Se l’arte è per tutti, anche un intervento di questo genere deve essere per tutti», uomini e donne, bambini e bambine. Prosegue Liana: «Si lavora sulla creatività e sulla libera espressione, nell’arco di tutta la vita».

Non solo. L’arte è anche esperienza, che si intreccia con il vissuto in una prospettiva di miglioramento e di benessere. «Ogni persona è unica; di conseguenza, l’arte è una ricerca per ogni persona. L’importante è che ci sia un equilibrio tra arte e terapia», sottolinea Liana Malavasi. «Se ci si focalizza troppo sul discorso terapia, l’arte rischia di diventare un’ancella. Invece, l’arte è protagonista in questi interventi». Non c’è la pretesa di guarire: «Nei percorsi ci possono essere arresti o balzi in avanti. Non si pensa di guarire ma di intervenire e vedere cosa può succedere». 

Ogni esperienza artistica diventa espressione della persona. Di conseguenza, bisogna avvicinarsi a ogni lavoro artistico in punta di piedi. «Interpretare vuol dire impossessarsi dell’opera dell’altro, dell’espressione dell’altro. Per questo motivo nel nostro tipo di intervento non si interpreta mai. Inoltre, ci si pone di fronte all’opera in modo contemplativo, entrando in relazione con l’opera stessa e dunque con la persona». 

L’arte a supporto di bambini, anziani e persone con disabilità

L’arteterapia deve tenere conto dei bisogni e delle specificità di ciascuno e tutti. Per esempio, con i bambini e le bambine con un disturbo dello spettro autistico si devono considerare le loro caratteristiche individuali. «Bisogna imparare a pensare che siamo in rapporto con una persona che parla una lingua straniera e noi dobbiamo imparare la sua lingua. Quindi, per esempio, introduciamo il lavoro con la creta e l’argilla, materia primordiale, simbolica e affettiva». Diventa importante allora che i bambini e le bambine, anche quando non ci sono disturbi del neurosviluppo, «diano un nome alle proprie emozioni attraverso la libera espressione».

arteterapia

Con gli anziani, magari ospiti di una Residenza Sanitaria Assistenziale, è necessario valorizzare la loro creatività, l’aspetto cognitivo e mnemonico, ma anche quello relazionale, dando loro l’opportunità di sentirsi parte di un gruppo.

Gli interventi sono mirati anche a pazienti psichiatrici o persone con disabilità intellettiva. L’importante è che «ognuno possa provare piacere nell’utilizzo dei colori, nel creare, dando la libertà di poter provare piacere».

Il linguaggio universale dell’arte

Arteterapia anche per favorire le relazioni multietniche attraverso il linguaggio universale dell’arte, attuando un vero e proprio scambio culturale, di condivisione di esperienze e peculiarità legate alla sfera personale ma anche alla cultura di provenienza.

Arteterapia anche per le persone detenute, che in questo modo possono trovare o ritrovare la libertà di esprimersi, di comunicare stati d’animo attraverso forme e colori. Insomma, «per ogni tipo di situazione si studia come intervenire e si pensa». A cosa? Alle persone, al loro valore e alle loro specificità, attraverso un pensiero critico e inclusivo.

arteterapia

Arteterapia: il percorso formativo in breve

C.R.E.T.E. accoglie persone che desiderano formarsi nell’arteterapia da tutta Italia e anche dall’estero. Il percorso formativo è organizzato in seminari che accolgono il contributo di varie discipline, dalla psicologia alla filosofia a elementi di psichiatria, senza – ovviamente – dimenticare l’arte e la parte di esperienza pratica e laboratoriale. Il percorso è insomma pensato in un perfetto equilibrio tra teoria e prassi, tra riflessione, video esplicativi ed esperienze sul campo. 

L’associazione ha un unico scopo: diffondere il valore dell’arte e la sua importanza nel supportare le persone, senza barriere di alcun tipo. E parafrasando slogan passati, «Non uno, non due ma mille atelier, perché la loro presenza aiuterebbe molto le persone e aiuterebbe anche a pensare».