Il Paese sudamericano in balia delle compagnie minerarie russe e canadesi. La decisione sarà presa dal governo francese. Saranno rispettate le istanze locali?
L’obbiettivo è salvare la montagna, quella che le compagnie minerarie affamate di minerali preziosi vogliono a tutti i costi e che hanno già ribattezzato Montagne d’or (montagna d’oro). Ma nella Guyana francese sono pochi ad avere la forza – e l’interesse, perché i problemi che affliggono la popolazione sono altri e più pressanti – per poter fermare il possibile scempio ambientale che una nuova corsa all’oro potrebbe comportare.
Fonte: NordGold
Ma il vero problema è che in Guyana non si profila solo un disastro ambientale, ma anche umanitario. Per estrarre l’oro si utilizza il cianuro, ma la zona è ricca di rigagnoli, cascate e falde acquifere. Il fiume più vicino, per esempio, soltanto 100 chilometri più a Sud abbevera interi villaggi. Il disboscamento è in parte già iniziato, come mostra la mappa satellitare poco sotto, anche se sulla zona non è possibile usare il massimo livello di zoom per motivi di sicurezza.
Perché il cianuro fa così paura?
Non bisogna essere accaniti lettori di romanzi d’antan per sapere quanto sia letale il cianuro. Si tratta di una sostanza chimica classificata tra i principali agenti inquinanti anche dalla direttiva comunitaria sulle acque (2000/60/CE). Il cianuro, infatti, non solo può nuocere gravemente alla salute umana, ma anche all’ambiente e alla biodiversità. Nonostante i pericoli, viene utilizzato comunemente per scindere l’oro dagli altri minerali durante la fase di estrazione e in quella del recupero dai rifiuti elettronici.
NordGold ha miniere anche nel continente africano
Per poter estrarre il minerale prezioso lo si fa reagire chimicamente in una soluzione ( che può anche essere di potassio, calcio o sodio): il cianuro, in presenza di ossigeno, si combina con l’oro e favorisce il processo di lisciviazione, cioè scioglie e porta in soluzione il metallo. Dopo di che, l’oro disciolto in acqua può essere filtrato e separato dagli altri metalli e altre impurità.
Fonte: REUTERS/Ricardo Moraes
Il precedente: il disastro ambientale del 2015
Ma ciò che più spaventa assieme alla probabile infiltrazione delle sostanze chimiche nelle falde acquifere sottostanti è la possibile rottura degli argini in cui vengono stipati i materiali di scarto: fanghi contenenti alte concentrazioni di cianuro. In caso di esondazione, il disastro ambientale avrebbe proporzioni apocalittiche. Del resto, non bisogna dimenticare che, poco vicino, in Brasile, nello stato di Minas Gerais, il 5 novembre 2015, crollarono due dighe che arginavano fanghi ferrosi contaminati da arsenico, piombo, cromo ed altri metalli che si riversarono nelle valli sottostanti ricoprendo un’area pari a 60 milioni di metri cubi (pari a 25,000 piscine olimpioniche) e uccidendo 17 persone. E almeno altri 20 incidenti analoghi si sono verificati negli ultimi trent’anni.
Fonte: NordGold
Russi e canadesi vogliono la Montagna d’oro
A voler procedere è la “Compagnia della Montagna d’oro”, che ha come azionista di maggioranza (55%) la russa Nordgold del miliardario Alexej Mordashov. Ma i russi non sono i soli interessanti l’oro della Guyana francese: all’operazione Montagna d’oro partecipano infatti anche i canadesi di Colombus Gold. Gli estrattori hanno indorato (mai termine fu più pertinente) la pillola di cianuro con una promessa alla quale difficilmente la popolazione locale saprà resistere: 3750 posti di lavoro tra diretti e indotto, con alte percentuali destinate proprio agli autoctoni. In Guyana il tasso di disoccupazione giovanile supera il 20%.
Chi ha a cuore il futuro della Guyana?
Si era invece schierato contro la decisione di abbandonare la Montagna d’Oro alle compagnie minerarie l’ex ministro dell’Ambiente, Nicolas Hulot, dimessosi però pochi giorni fa, mentre promette battaglie e petizioni il WWF, che fornisce numeri di tutt’altro tipo: «57mila tonnellate di esplosivi, 46.500 tonnellate di cianuro e 142 milioni di litri di gasolio per i 12 anni della durata prevista del progetto». La decisione verrà presa dal governo francese, ma trattandosi di una miniera d’oro di 800 ettari a 200 metri di profondità, la più vasta operazione mineraria mai intrapresa dalla Francia, difficilmente il governo d’Oltralpe vorrà rinunciarvi, soprattutto adesso che il più raro dei metalli non serve solo ai gioiellieri, ma anche ai produttori di smartphone e tablet. Insomma, estrattori russi e canadesi, decisione concertata con Parigi ma l’eventuale danno umanitario e ambientale sarà supportato per intero dal Sud America. Come per l’Africa, insomma, ancora una volta la storia si ripete con un colonialismo 4.0.