Creare una sinergia tra la scuola e il mondo del lavoro è diventato indispensabile per fare in modo che i giovani arrivino alle loro prime esperienze professionali preparati circa l’ambiente che li attende una volta completati gli studi. Negli anni sono stati creati diversi percorsi di “avvicinamento” tra queste realtà troppo a lungo rimaste separate.
Un aspetto che, però, va ancora implementato molto è come creare rapporti di scambio per ragazze e ragazzi con disabilità, per i quali è necessario studiare programmi appositi in base alle differenti esigenze. Come “In Work Aut – rappORTIamoci lavorando”, progetto pensato per ragazzi con Disturbo dello spetto autistico (Dsa), di età compresa fra gli 11 e i 20 anni, che vuole aiutare i partecipanti ad allenare le loro competenze occupazionali e sociali.
Inserimento sociale e lavorativo dei ragazzi con Dsa
Un’iniziativa targata CIS Rubicone, cooperativa sociale di Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì-Cesena, che da 40 anni è impegnata sul territorio romagnolo. Come spiega a Startupitalia Simona Della Vittoria, presidentessa della cooperativa, «l’idea progettuale è nata dalla constatazione che le opportunità di inserimento sociale e lavorativo di giovani adulti con disturbo dello spettro autistico sono molto limitate e che i ragazzi arrivano spesso impreparati all’ingresso in realtà sociali di tipo extra-familiare ed extra-scolastico, dove non possono più contare sull’assistenza costante di una figura di supporto interamente dedicata a loro, come accade negli ambienti di lavoro, ma anche nei centri socio-occupazionali e nei centri diurni o residenziali».
Un ponte tra il mondo della scuola e quello del lavoro
«Le principali finalità del progetto sono state due – prosegue Della Vittoria -. Da un lato quella di orientare ragazzi, genitori, insegnanti ed eventuali professionisti rispetto a potenziali attività e settori occupazionali o lavorativi che siano in linea con le possibilità e le preferenze dei ragazzi, dall’altro quella di identificare aree e obiettivi di insegnamento funzionali in vista di un futuro inserimento nei diversi settori».
Per fare questo è importante innanzitutto affiancare le famiglie, oltre che i giovani stessi, nell’orientamento verso ambiti occupazionali adatti, che tengano conto di attitudini, interessi e desideri individuali. «Ciò significa sviluppare le competenze tecniche e sociali che saranno richieste in un determinato ambiente di lavoro. Poi anche il contesto ambientale e sociale va preparato all’ingresso del ragazzo, eventualmente identificando quali aggiustamenti potrebbero essere necessari per sopperire ad alcune abilità che non sono presenti».
Dallo psicologo all’orto-terapeuta
Per sviluppare un progetto di questo tipo è necessario coinvolgere diverse figure professionali, che possano seguire i vari ambiti ed aspetti dell’iniziativa, come spiega ancora Simona Della Vittoria: «Ci siamo affidati alle competenze e alla pluriennale esperienza di Beatrice Mariani e Valeria Zoli, psicologhe – analiste del comportamento BCBA, che si sono occupate della selezione dei ragazzi, della programmazione delle attività proposte con identificazione degli obiettivi educativi, della supervisione periodica agli educatori e dell’analisi dei dati raccolti durante gli incontri».
Queste figure si sono aggiunte ai due educatori della Cooperativa, che hanno portato la loro esperienza negli interventi basati sull’Analisi del Comportamento Applicata e hanno condotto gli incontri e le attività con i ragazzi. Per finire, l’orto-terapeuta ha fornito un importante supporto tecnico all’educatore durante le attività al chiuso e all’aperto che sono state proposte per il settore orto. «Trattandosi di un progetto pilota, senza precedenti sia per quel che riguarda la finalità che per la fascia di età a cui si rivolge, le difficoltà principali sono state la scarsa conoscenza del progetto stesso sul territorio e il reperimento dei fondi necessari per poter avviare le attività. Ma per il futuro l’obiettivo è fornire un servizio stabile e sostenibile, che facci da ponte tra il mondo della scuola e quello del lavoro».
Preparare con anticipo il futuro
Pianificare con largo anticipo la transizione verso l’età adulta è fondamentale: bisogna iniziare a ragionare ben prima dell’uscita dal mondo della scuola su quali potrebbero essere i contesti in cui ciascun ragazzo verosimilmente potrebbe essere inserito e quali potrebbero essere le attività di tipo occupazionale o lavorativo che potrebbe svolgere, tenendo conto di attitudini e interessi. «Questo consentirebbe – conclude Della Vittoria – alla famiglia, ai professionisti che hanno in carico il minore e ai loro docenti di iniziare a lavorare precocemente sull’insegnamento di competenze pratiche e sociali che si renderanno necessarie per operare con successo in quei contesti allo scopo di preparare i ragazzi ad un eventuale futuro inserimento in ambienti professionali o socio-occupazionali».