Ha lasciato la cattedra di inglese per dedicarsi ai ragazzi disabili. Nel suo istituto tecnico avvia progetti con supermercati e ristoranti, con i soldi di aziende e donatori
Ci sono tre insegnanti tra i diciotto «eroi normali» conferiti con le onoreficenze al merito della Repubblica Italiana sabato 10 ottobre. Si tratta di Antonio Silvio Calò, professore di storia e filosofia al Liceo classico Canova di Treviso, che ha aperto la sua casa a sei profughi provenienti da Nigeria e Gambia; Benito Ermes Beltrame, ex maestro elementare in pensione, è tornato sui banchi di scuola per insegnare italiano a una ventina di giovani stranieri; e, infine, Daniela Boscolo, docente di sostegno dell’ITSC Colombo di Porto Viro. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella li ha definiti «esempi di impegno civile e dedizione al bene comune». Startupitalia! ha intervistato Daniela Boscolo, che dal 2007 si occupa di ragazzi disabili e nel 2014 è stata candidata dalla Varkey Foundation al Global Teacher Prize, una specie di “premio Nobel per gli insegnanti”. Non ha vinto, ma è considerata tra i 50 migliori insegnanti al mondo.
Daniela, come sei arrivata a occuparti di disabili?
«Io ero – e sono tutt’ora – un’insegnante di inglese, perché sono di ruolo. Questo vuol dire che potrei tornare a insegnare inglese in qualsiasi momento. Ma la verità è che non ci penso nemmeno: quando mi sono iscritta all’Università cercavo una specializzazione. Per un anno mi sono occupata di disabili, e da allora non ho mai smesso. Adesso insegno in 4 classi, e ho cinque ragazzi disabili da seguire».
Sei considerata una delle migliori insegnanti al mondo anche grazie ai progetti che hai avviato in questi anni. Ce li racconti? (qui il link per chi volesse visionarli tutti)
«Il primo progetto è stato “il supermercato dell’integrazione” ed era del 2010. Avevo coinvolto tutta la scuola, i ragazzi disabili gestivano il supermercato mentre per la parte del marketing contribuivano proprio tutti gli studenti. Era aperto un giorno a settimana per due ore e tutti quelli della scuola venivano a fare lezione lì. L’idea del supermercato ci è venuta perché è un probabile sbocco lavorativo per i ragazzi con disabilità: permette loro di sviluppare abilità sociali e è un ambiente in cui si mettono in pratica gli apprendimenti scolastici, come la matematica, il diritto, l’economia aziendale e anche le lingue. Per realizzare il progetto abbiamo utilizzato un vecchio magazzino della scuola».
E poi che è successo? Per quest’anno che progetti hai?
«Poi sono arrivati altri progetti. Come quello con il ristorante “Zafferano”, che ha aperto le porte ai ragazzi per tre mesi ogni settimana. Ne è nato anche un ricettario, lo abbiamo chiamato “Special Masterchef” e adesso lo vendiamo ai mercatini di zona. Ancora è presto per dire quale sarà il progetto di quest’anno, ho degli studenti nuovi e finché non li conosci, non capisci le loro passioni e le loro inclinazioni, è difficile pensare a qualcosa di nuovo».
Dove trovi i finanziatori?
«Le scuole stanno attraversando un momento difficile, non ci sono praticamente più soldi e quindi è chiaro che l’aiuto economico non venga dalla scuola. Nel 2010, per il progetto del supermercato, avevo bussato alla porta del Rotary Club di Porto Viro e di altri supermercati della zona. In generale, mi affido alla generosità delle aziende. Per esempio, stiamo preparando un lavoro con le serre e speriamo che qualcuno che ci doni dei telai in disuso. Praticamente è un lavoro che si basa sulle public relations».
Immagino che tu debba lavorare molto al di fuori della scuola, e fare un lavoro extra che non ti viene pagato…
«Immagini bene. Il mio stipendio è sempre quello, indipendentemente dal fatto che nel pomeriggio io mi dedichi a cercare fondi per i progetti della scuola. È molto faticoso, perché si basa tutto sui rapporti con le persone. In più, già da quest’anno sono state escluse le sponsorizzazioni alle scuole, che invece prima potevo sfruttare. Non abbiamo libera manovra. Per cui se c’è una donazione liberale senza richiesta, allora sì, possiamo prenderla, altrimenti dobbiamo metterci d’accordo con i supermercati con le raccolte punti e altre iniziative».
Sei stata felice dell’onoreficenza del Presidente della Repubblica?
«Felicissima, anche se non so bene a cosa possa servirmi. Spero che almeno riesca ad accreditarmi maggiormente presso quelle persone cui presento i nostri progetti, così che loro possano finanziarli. Ma a scuola abbiamo praticamente bisogno di tutto: grazie ai soldi del Rotary Club siamo riusciti a comprare i pc ma, per esempio, io una lavagna interattiva multimediale (Lim) per 10 classi, è davvero troppo poco. Anche perché la Lim è uno strumento fondamentale, aiuta molto i ragazzi disabili perché attraverso le immagini loro riescono a comunicare meglio».