Quando si parla di politiche di Diversity & Inclusion si pensa spesso al mondo del lavoro, ma la cornice più ampia in cui tutti questi cambiamenti si inseriscono è quella della società in cui viviamo: istituzioni, aziende e cittadini dovrebbero essere uniti dal compito di costruire un ambiente che consenta a tutte le persone di sentirsi al sicuro e di realizzare il proprio potenziale.
Per questo, in occasione del Mese europeo della diversità, che ricorre a maggio, la Commissione Europea ha assegnato il Premio Capitali europee dell’inclusione e della diversità. Giunta alla terza edizione, questa iniziativa si inserisce nell’ambito del piano d’azione antirazzismo 2020-2025 dell’Ue e della strategia per l’uguaglianza LGBTQI+ 2020-2025.
A ricevere il riconoscimento nel 2024, sono state nove città di diverse dimensioni, che hanno dimostrato creatività e impegno nell’attuazione di un’ampia gamma di politiche per la parità dei diritti, indipendentemente dal sesso, dalla razza e dall’etnia, dalla religione e dalle convinzioni personali, dalla disabilità, dall’età e dall’orientamento sessuale.
Inclusione e diversità nell’Unione Europea
Nonostante significativi progressi, i dati di Eurobarometro ed altre recenti indagini dimostrano quanta strada ci sia ancora da percorrere all’interno dell’Unione Europea. Il 59% dei cittadini ritiene che la discriminazione basata sull’origine etnica sia molto diffusa; in particolare, il colore della pelle è la motivazione più comune menzionata dagli intervistati di origine africana. Il 43% delle persone LGBTQI+ ha dichiarato di sentirsi discriminato, lo stesso vale per il 25% dei Rom. Dopo la pandemia, in tutta l’Ue le donne guadagnavano in media il 16 % in meno degli uomini, rispetto a un divario medio del 14% nel 2019. Infine, le persone con disabilità incontrano ostacoli nell’accesso ai servizi essenziali, all’assistenza sanitaria, all’istruzione, al lavoro e alla vita politica, mentre giovani e anziani avvertono frequentemente forme di pregiudizio basate sull’età, il cosiddetto “ageismo”.
Capitali europee dell’inclusione: chi ha vinto
Due sono le categorie principali del Premio Capitali europee dell’inclusione e della diversità: “autorità locali con più di 50 000 abitanti” ed “autorità locali con meno di 50 000 abitanti”. A queste si aggiunge un Premio speciale per le “autorità che provvedono a città e regioni sicure per le donne”.
Cominciando dalla prima categoria, la vincitrice è Zagabria in Croazia, per una serie di iniziative e strategie specifiche su come sostenere, proteggere e includere le donne, le persone con disabilità, le persone LGBTIQ+, i migranti e i Rom. «Dobbiamo continuare a lottare contro gli stereotipi e le discriminazioni, abbattere le barriere e promuovere il dialogo, al fine di favorire la comprensione e l’empatia», ha commentato il sindaco, Tomislav Tomasevic. «Questo premio è una conferma del valore politico più importante della nostra amministrazione comunale, ovvero la giustizia sociale. Per quest’anno abbiamo deciso di aumentare dell’80% il budget destinato agli adulti e ai bambini con disabilità e abbiamo avviato una serie di investimenti per ampliare i servizi a loro dedicati». Nella capitale croata c’è anche il Typhlological Museum, uno dei pochi musei in Europa che si occupa specificamente del tema della disabilità, in particolare delle persone non vedenti, che possono esplorare ogni opera con il tatto.
Al secondo posto Växjö in Svezia, premiata per il suo approccio globale all’integrazione delle prospettive di genere, mentre terza classificata è La Laguna in Spagna, che offre una vasta gamma di iniziative inclusive: qui, per esempio, tutti i veicoli e tutte le stazioni della rete tramviaria sono completamente accessibili e il centro cittadino è dotato di semafori acustici e pavimentazioni tattili per guidare le persone ipovedenti.
Città inclusive: c’è anche l’italiana Corbetta
La prima classificata della seconda categoria è l’italiana Corbetta: questa cittadina, che fa parte della Città metropolitana di Milano, si è anche aggiudicata il premio assegnato dal pubblico durante la cerimonia di premiazione. La motivazione per il podio più alto? La vasta gamma di azioni con una prospettiva partecipativa, volte ad affrontare gli stereotipi di genere, a fornire centri socio-educativi per persone con disabilità e a migliorare l’accessibilità degli spazi pubblici. Tra i principali progetti, la Ciclofficina, dove i giovani con disabilità imparano a riparare vecchie biciclette, la presenza di una squadra di baskin, la costruzione di un parco giochi fruibile da tutti i bambini, l’adesione alla rete nazionale contro la discriminazione LGBTQI+ e l’impegno nel contrastare la violenza sulle donne: lo scorso 25 novembre, Giornata mondiale dedicata a questa tematica, la Sala della Biblioteca Comunale è stata dedicata a Mahsa Amini, studentessa 22enne uccisa dalla polizia morale in Iran per non aver indossato in maniera corretta il velo islamico.
Dopo Corbetta, la seconda classificata è Miranda de Ebro in Spagna: esemplare è l’approccio innovativo della Casa dell’uguaglianza, un luogo per l’attuazione di iniziative educative, eventi culturali e attività comunitarie volte a superare varie forme di discriminazione. Al terzo posto, Casares in Spagna, premiata per l’impegno profuso per promuovere l’uguaglianza nonostante le dimensioni relativamente ridotte (9.000 abitanti).
Premio per il contrasto alla violenza sulle donne
Ad aggiudicarsi il Premio speciale per le città e regioni sicure per le donne è stata Lubiana in Slovenia, che, in collaborazione con la società civile, sostiene importanti sforzi di solidarietà in questa direzione. «Da anni – spiega l’amministrazione comunale – supportiamo gli sforzi delle organizzazioni non governative che contribuiscono al riconoscimento e alla riduzione della violenza contro le donne. Attraverso bandi pubblici cofinanziamo diversi programmi rivolti sia a donne che a bambini, come la messa a disposizione di alloggi sicuri e di centri di consulenza e l’organizzazione di workshop di sensibilizzazione».
La medaglia d’argento è andata di nuovo alla spagnola Miranda de Ebro, che riunisce politici, educatori, servizi sociali e società civile nella partecipazione attiva: tra le attività, una lodevole iniziativa che coinvolge le forze dell’ordine e i servizi sociali nel fornire residenze dedicate alle vittime di violenza.
Sul terzo gradino del podio, infine, è salito il comune di Växjö, in Svezia, per l’attenta pianificazione strategica in materia di finanziamenti, sostegno e sensibilizzazione portata avanti da uno specifico ed innovativo dipartimento dedicato alla lotta alla violenza contro le donne.
Premio Capitali europee dell’inclusione e della diversità
«Ognuna delle città vincitrici sta facendo il percorso verso una società più inclusiva – ha dichiarato Věra Jourová, vicepresidente della Commissione Ue per i valori e la trasparenza -. Le loro azioni fanno davvero la differenza nella vita delle persone. Spero sinceramente che altre realtà seguano questi esempi».
«Città, comuni o regioni, grandi e piccole che siano, possono ottenere risultati eccezionali nel perseguimento dell’uguaglianza, dell’inclusione e della diversità – ha concluso Helena Dalli, Commissaria europea per l’Uguaglianza -. La loro dedizione traspare da numerose azioni tangibili, che aiutano a costruire un’Unione di uguaglianza. Sono anch’io fiduciosa che i vincitori ispireranno altre realtà in tutta Europa ad agire nella stessa direzione».