Secondo un report promosso dall’Istituto di Statistica dell’UNESCO sullo stato di salute delle donne che lavorano in campi STEM, le donne sono solo il 30% dei ricercatori nel mondo. Non solo: le professioniste che lavorano con materie STEM, tra cui medicina e scienze, pubblicano meno e ottengono un salario minore rispetto a quello degli uomini. C’è, dunque, un gender gap evidente nella scienza e i dati lo confermano.
In un contesto in cui è ancora evidente uno squilibrio tra donne e uomini a parità di ruoli e competenze, Donne in Neuroscienze è il movimento no profit nato nel 2012 che continua ad essere un faro e un’organizzazione a supporto di tutte le donne professioniste nel settore sanitario e neuroscienze. Un progetto, quello creato dalla Dott.ssa Marina Rizzo e dalla Dott.ssa Maria Grazia Piscaglia, che si rivolge a donne medico, ricercatrici, scienziate, imprenditrici e manager della sanità. Insomma, a tutte quelle donne che operano in tutti i campi delle Neuroscienze, per stimolare il confronto sui temi della medicina di genere e la femminilizzazione delle carriere.
“Il progetto è nato 10 anni fa a Roma, precisamente il 9 maggio 2012, quando mi sono ritrovata all’interno di un consiglio direttivo di una società scientifica – racconta a StartupItalia la Dott.ssa Marina Rizzo, fondatrice di Donne in Neuroscienze, Dirigente Medico U.O.C. di Neurologia e Consigliere nazionale SNO -. Dieci anni fa essere presente come donna all’interno di un consiglio direttivo era all’avanguardia e se ci pensiamo ancora oggi ci sono società scientifiche con consigli direttivi con pochissime donne. Nonostante la mia presenza, però, mi accorsi subito che era più legata alla loro voglia di far notare la quota rosa all’interno del consiglio che altro perché alla fine, la nostra presenza in quanto donne, era più statica che dinamica. Avevo la sensazione di essere afona e invisibile in un mondo prevalentemente maschile e specialmente all’interno di una società scientifica in cui ci sono spesso figure apicali uomini come primari o professori universitari che sono sempre stati abituati a decidere. L’influenza delle donne non era effettiva, così nella società di neuroscienze io e una mia collega abbiamo pensato di creare un movimento al femminile per dare la possibilità di far sentire la voce, le idee e le proposte delle donne. Sono passati dieci anni dalla mia esperienza e, ancora oggi, a parità di merito le scelte vengono prese perlopiù dalla fascia maschile. Volevamo capire cosa poter fare per risolvere questa problematica e quest’anno, che abbiamo festeggiato il nostro decennale a Roma, ci siamo ritrovate persone che negli anni grazie al movimento hanno avuto la possibilità di uscire allo scoperto ed essere valorizzate e potenziate”.
Fare rete, creare alleanze e collaborazioni tra donne è tra gli obiettivi di Donne in Neuroscienze, unito alla voglia di abbattere barriere ed ostacoli nel percorso verso l’uguaglianza di genere nelle carriere, in un sistema che impone spesso, ancora oggi, scelte totalmente al maschile. E, proprio per supportare le donne nelle neuroscienze, il movimento punta ad aiutare le professioniste e ricercatrici a farsi spazio sul lavoro e nel settore, supportandole nella realizzazione di eventi, congressi, workshop e giornate di studio sui temi delle neuroscienze e della medicina di genere.
Le uniche linee guida del movimento rispecchiano i valori e il lavoro delle donne nella scienza: per ogni evento è necessario che almeno i due terzi dei relatori siano donne, che gli argomenti trattati facciano un focus particolare sugli aspetti delle differenze biologiche del sesso, dell’età e delle diverse condizioni quindi su una medicina sessospecifica e con un approccio interdisciplinare, per coinvolgere più professionisti nel campo delle neuroscienze.
“Abbiamo creato un format che consente alle donne che lo richiedono, la possibilità di organizzare eventi, workshop, congressi e giornate di studio in completa autonomia e nel proprio territorio. Di solito è la società scientifica ad organizzare i congressi e tutti gli eventi e ricordiamo che è costituita principalmente da uomini. Infatti, ad oggi, la maggior parte dei relatori e moderatori a questi eventi sono uomini. Per una donna senza una forza o una realtà importante alle spalle, è impossibile organizzare un evento nel nostro settore. Con Donne in Neuroscienze abbiamo creato un format che consente alle donne di tutte le città d’Italia di organizzare questi eventi sul proprio territorio e farsi conoscere – racconta a StartupItalia la Dott.ssa Marina Rizzo, fondatrice di Donne in Neuroscienze, Dirigente Medico U.O.C. di Neurologia e Consigliere nazionale SNO -. Se una donna riesce ad organizzare un evento in una sede istituzionale, coinvolgendo la propria direzione medica, la direzione dell’ospedale e tutte le colleghe con cui lavora è un passo importante per sé stessa e per la propria carriera. Soprattutto noi donne nelle neuroscienze lavoriamo in modo multidisciplinare: io non posso fare a meno di lavorare con colleghe radiologhe o neurochirurghe proprio per confrontarci e gestire una patologia. E, quando siamo riuscite ad organizzare questi eventi, le donne nelle proprie realtà sono riuscite a farsi conoscere e ad esaltare le proprie professionalità coinvolgendo tutti. Come movimento noi forniamo assistenza completa, dalle locandine alla segreteria fino ai contatti con il Ministero per avere i crediti gratuiti per i corsi di formazione: il nostro è un supporto fondamentale per chi non ha mai organizzato questo tipo di evento. Essendo un movimento no profit, non chiediamo nulla, diamo solamente la possibilità alle donne di avere una piattaforma di supporto per farsi conoscere e valorizzarsi in quanto professioniste. Abbiamo notato che quando una donna è riuscita ad organizzare un evento del genere, che solitamente viene organizzato sempre e solo da uomini, ha chiesto di rifarlo negli anni successivi perché è stato entusiasmante. Poter aiutare le donne a far emergere la loro professionalità nel proprio contesto lavorativo è possibile: le donne devono essere sostenute ed aiutate e questo è proprio l’obiettivo di Donne in Neuroscienze”.
Lottare per l’uguaglianza nelle carriere con l’unione al femminile
Tra le attività e gli eventi organizzati da Donne in Neuroscienze, non mancano le occasioni di dialogo tese all’ascolto e al sostegno delle donne in ambito lavorativo a 360 gradi.
“I nostri incontri possono essere nazionali, regionali e provinciali e trattiamo anche di temi critici quali le problematiche delle professioni, medicina di sesso e genere e le problematiche che affrontano le donne nell’ambito delle scienze, analizzando anche i casi di chi è riuscita a raggiungere una posizione apicale. Noi vogliamo davvero che le donne raggiungano posizioni lavorative elevate ma vogliamo anche creare dei modelli di leadership al femminile perché una donna responsabile non deve copiare i modelli maschili. Dobbiamo insegnare alle donne e costruire i modelli di leadership al femminile – racconta a StartupItalia la Dott.ssa Marina Rizzo, fondatrice di Donne in Neuroscienze, Dirigente Medico U.O.C. di Neurologia e Consigliere nazionale SNO -. Abbiamo avuto dei rari ma bellissimi casi di donne ai vertici di società scientifiche che hanno preteso che le colleghe fossero presenti nelle manifestazioni, nei congressi, nelle pubblicazioni scientifiche e negli studi clinici e questo è stato sicuramente un successo. Per questo, trattiamo anche dei temi sulla violenza di genere sul lavoro e spesso facciamo questionari anonimi in cui facciamo emergere e indaghiamo su casi di violenze di genere sul posto di lavoro. Vogliamo rafforzare l’autonomia della donna rispetto alla società e questo vale anche per il posto di lavoro”.
Gli obiettivi futuri: supportare le donne nelle neuroscienze e spronare la ricerca a studiare la medicina di genere
Conoscere l’influenza delle differenze di genere sullo sviluppo delle malattie, sulle risposte alle terapie e sulle disabilità: il mondo della medicina deve puntare a studiare le donne per poterle curare al meglio e, Donne in Neuroscienze, punta a supportare la tematica per non smettere di aiutare le donne anche dal punto di vista clinico.
“Dal 2016 abbiamo affiancato al movimento Donne in Neuroscienze la Società Italiana Di Medicina di Genere nelle Neuroscienze (S.I.Me.Ge.N.), aperta a medici e persone che lavorano nella ricerca e che rivolgano un’attenzione particolare alla medicina di sesso e di genere. Purtroppo, ancora oggi, uomini e donne vengono curati allo stesso modo, senza tener conto che la donna in età fertile ha problematiche diverse rispetto ad una donna in menopausa o ad un uomo – racconta a StartupItalia la Dott.ssa Marina Rizzo -. Gli aspetti biologici sono fondamentali e con la S.I.Me.Ge.N. vogliamo portare avanti la ricerca in ambito nazionale e regionale sulle differenze per curare gli uomini e le donne. Se non studiamo queste differenze, non possiamo curare le donne nel modo giusto. Ad oggi, le donne sono sotto studiate: basti pensare che il 70% delle reazioni avverse è proprio a carico delle donne. Per conoscere le differenze nelle malattie bisogna fare ricerca ed è per questo che abbiamo affiancato questa Società, per poter analizzare le differenze di genere e spingere i ricercatori a portare avanti le proprie ricerche con un’attenzione particolare verso il genere femminile.”