firma email wapp 3

Su StartupItalia vi abbiamo raccontato della votazione tenutasi all’interno della community di Wikipedia (era metà aprile) attorno alle donazioni in criptovalute. La maggioranza aveva votato contro questa funzione – abilitata nel 2014 – sulla base dell’impatto ambientale determinato dalle attività di mining. Come più volte ribadito anche su questi canali, Bitcoin e altre criptovalute si reggono su un’infrastruttura hardware senz’altro energivora. Diversi, tuttavia, hanno risposto a simili critiche sostenendo che il ricorso a fonti rinnovabili è in continua crescita da parte dei miner. In un simile panorama la Wikimedia Foundation, l’organizzazione non profit dietro a progetti come Wikipedia, ha accolto il voto contrario alle criptovalute e scelto di bloccarne qualsiasi donazione alla propria causa.

La notizia è rilevante nella misura in cui uno dei siti più noti al mondo, che si occupa di mappare la conoscenza globale su ogni tipo di materia (dalla storia alla chimica), ha optato per lo stop alle donazioni in critpovalute. Se guardiamo però a quanto è stato donato negli anni alla Wikimedia Foundation le cose si ridimensionano: nel 2021 ammontavano allo 0,08% del totale, raccolto grazie alla generosità di 347 donatori sparsi in tutto il mondo. Molly White, editor di Wikipedia e proponente della moratoria, ha rilanciato la decisione, ottenendo feedback anche negativi da parte dell’ecosistema crypto.

Dal 2020 in poi il dibattito sulle criptovalute ha esondato gli argini dei soli appassionati. Anche la stampa generalista sta seguendo le notizie che riguardano Bitcoin e altri asset digitali. Le critiche, come evidente, non mancano e pare proprio che gli scettici stiano puntando l’attenzione sul nodo sostenibilità e impatto ambientale delle mining farm. Di recente Greenpeace, forse la ONG ambientalista più famosa di tutte, ha preso di mira Bitcoin in maniera frontale. Secondo i sostenitori della linea poi approvata, la Wikimedia Foundation accettando finora le donazioni in criptovalute stava venendo meno alla propria mission sui temi ambientali. Il blocco tuttavia non è permanente: l’organizzazione ha scelto di tenere comunque una porta aperta per il futuro.