«Il mio tempo qui è stato sia produttivo che sereno», ha scritto un ghostwriter (dalla Terra)
Non è la perfetta storia di Natale, anzi. Ma parliamo pur sempre di un robot, che per anni ci è piaciuto pensare fosse realmente consapevole degli enormi sforzi fatti per scattare immagini su Marte e spedire sulla Terra informazioni preziose sul pianeta rosso. Il suo profilo Twitter è seguito da oltre 800mila persone, che nel tempo si sono abituate ai tweet in prima persona del robot. InSight, questo il nome del robot della NASA lanciato nel 2018, si è spento pochi giorni fa, inviando le sue ultime informazioni. Come hanno spiegato i tecnici, era dal giugno 2021 che il robot aveva attivato una sorta di sistema di emergenza, dal momento che non poteva accumulare energia sufficiente per poter operare. InSight era riuscito a utilizzare il proprio braccio robotico per pulire parte dei pannelli solari. Ma questo ha soltanto ritardato il triste epilogo.
My power’s really low, so this may be the last image I can send. Don’t worry about me though: my time here has been both productive and serene. If I can keep talking to my mission team, I will – but I’ll be signing off here soon. Thanks for staying with me. pic.twitter.com/wkYKww15kQ
— NASA InSight (@NASAInSight) December 19, 2022
Da Terra un ghostwriter della NASA ha così pubblicato l’ultimo – commovente – tweet di Insight: «Non preoccupatevi per me: il mio tempo qui è stato sia produttivo che sereno». Se mettiamo da parte le emozioni, è interessante scoprire lo scopo che questo robot aveva su Marte. Come si legge su Astrospace, InSight trasportava il Heat Flow and Physical Properties Package, tecnologia tedesca, che conteneva un radiometro e una sonda. Quest’ultima, soprannominata la talpa, avrebbe dovuto scavare fino a 5 metri di profondità nel suolo marziano per aiutare gli scienziati a studiare il pianeta rosso.
Purtroppo la sonda non è riuscita a scavare se non di pochi centimetri, fallendo così nella missione. A InSight vanno comunque i ringraziamenti di tutta l’umanità per il lavoro svolto e, in particolare, del folto team (in foto, qui sotto) che dalla NASA lo ha seguito da remoto in tutti questi anni.