Un’azienda definita modello nel settore automotive e mobilità elettrica. Il Ceo è lo stesso di Italvolt, che dovrebbe realizzare uno stabilimento in Piemonte. Si farà lo stesso?
Britishvolt, la startup inglese guidata fino al 2020 da Lars Carlstrom, Ceo di Italvolt, è in amministrazione controllata, ad un passo dal fallimento. La vicenda ha sconvolto il settore automotive britannico, dove questa società puntava a costruire una Gigafactory e giocare un ruolo centrale nel campo delle batterie e della mobilità elettrica. A Blyth, in Inghilterra, a perdere il lavoro sono state oltre 200 persone come si legge sulla stampa. Il Financial Times ha riassunto così la vicenda: Britishvolt è stata messa in amministrazione controllata dopo che gli ultimi tentativi di ottenere un finanziamento d’emergenza da parte degli investitori sono falliti.
All’epoca del governo britannico di Boris Johnson, Britishvolt ricopriva una posizione di rilievo nel progetto di transizione ecologica dell’esecutivo. In cantiere c’era infatti la costruzione di una Gigafactory proprio a Blyth con un investimento da quasi 4 miliardi di sterline. Fondata nel 2019, si è guadagnata velocemente una riconoscibilità nazionale e internazionale. Come ha spiegato il New York Times sarebbero rimasti appena 26 dipendenti a occuparsi dell’azienda in un momento così critico.
Il fallimento di Britishvolt è un grosso colpo per l’ecosistema UK, ma la vicenda tocca anche i fatti di casa nostra. Il Ceo Carlstrom, che avevamo intervistato un anno fa, ricopre la medesima carica di Italvolt, società che si sta occupando della realizzazione di una Gigafactory anche in Italia. Stiamo parlando del progetto in cantiere a Scarmagno, in Piemonte. Non è ancora noto se le vicende inglesi avranno conseguenze sugli sviluppi in Italia.