Da Madrid un’avventura indie su un pianeta lontano lontano
Per essere un action 2D dagli evidenti richiami retro, Anyaroth: The Queen’s Tyranny ha scelto di posizionarsi in un genere dove le innovazioni non hanno grande spazio di manovra. Il gameplay è imbullonato a meccaniche di un tempo e ciò spesso costringe le software house ad approfondire la lore o magari a lavorare di più sulla grafica per immaginare e disegnare mondi originali. Sviluppato dallo studio indipendente madrileno Yggdraseed, Anyaroth: The Queen’s Tyranny racconta una storia non imperdibile, pur proponendo un’avventura meritevole di essere giocata. Testato su Nintendo Switch, l’unica console su cui è disponibile, il titolo è un viaggio su un altro pianeta dove una spietata regina usa il pugno di ferro per governare e depredare le risorse. L’ultima speranza è affidata alla Resistenza, guidata da una figura semiumana, metà uomo e metà insetto.
Il protagonista di Anyaroth: The Queen’s Tyranny è Avestas, un soldato verdognolo con ali da insetto e portanza fisica da mercenario. Sarà lui a fare piazza pulita di tutti i nemici, spostandosi su piattaforme che strutturano un mondo alieno impreziosito da cinematiche in pixel art utili a comprendere meglio la storia che si cela dietro ai personaggi principali e agli NPC.
A livello di combat system Anyaroth: The Queen’s Tyranny offre al gamer la piacevole possibilità di sparare in tutte le direzioni, il che rende gli scontri molto più frenetici, senza quella rigidità di aprire il fuoco soltanto in linea parallela rispetto allo schermo. Questo, ovviamente, richiede un impegno in più per evitare i proiettili avversari che pioveranno da ogni dove. Salto e corsa non sono opzioni, ma scelte obbligate se non si vuole perdere vita preziosa.
La raccolta di risorse, oggetti speciali e soldi è fondamentale per potenziarsi e attrezzare l’inventario con nuove armi, da affiancare a quella base (con proiettili infiniti). A livello di difficoltà siamo nella norma, con boss fight sfidanti, ma non così complessi. Non sarebbe stato male approfondire meglio l’aspetto grafico, evitando il rischio ripetizione soprattutto nei fondali. Ben riuscita invece la caratterizzazione dei mostri: gli sprite rendono bene l’idea di una lotta tra insetti umanoidi.