A un anno dall’invasione dell’Ucraina, il gaming torna al centro del dibattito
Uscito da pochi giorni su console e PC, Atomic Heart è uno sparatutto sviluppato dal team russo Mundfish (la sede è a Cipro), ambientato in anni Cinquanta fantascientifici, durante un periodo sovietico fatto di apparente prosperità. Al netto delle recensioni, alcune molto positive sul titolo, il governo di Kiev ha deciso di sollevare un tema, inviando una lettera a Sony, Microsoft e Valve per chiedere alle società di bandire la vendita di Atomic Heart sul territorio ucraino per PlayStation, Xbox e Steam. Il Vice Ministro ucraino della Trasformazione Digitale, Alexander Bornyakov, ha poi aggiunto: «Chiediamo inoltre di limitare la distribuzione di questo videogioco in altri paesi a causa della sua tossicità, della potenziale raccolta di informazioni sui dati degli utenti e della possibilità del loro trasferimento a terzi in Russia, nonché del potenziale utilizzo del denaro raccolto dagli acquisti di videogiochi per fare la guerra contro l’Ucraina».
Leggi anche: Ucraina, le Big Tech e le aziende che stanno chiudendo con la Russia
Domani, venerdì 24 febbraio, sarà passato un anno dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, evento che ha avuto conseguenze molteplici su tutte le industrie, compresa quella videoludica. Nelle settimane successive all’avvio di quella che Putin ha definito “operazione militare speciale” su StartupItalia abbiamo documentato le prese di posizione nette da parte di software house, grandi e piccole, così come di publisher attivi in tutto il mondo: tantissimi titoli e servizi sono stati tolti e spenti sul territorio russo in segno di solidarietà al popolo ucraino.
Leggi anche: Blobber Team, la software house polacca blocca le vendite di videogiochi in Russia
Mundfish è una software house giovane al suo debutto nel panorama gaming. Tra i suoi investitori troviamo anche la Big Tech cinese Tencent, molto attiva nel comparto, ma anche GEM Capital, il cui fondatore Anatoliy Paliy aveva ricoperto il ruolo di vicedirettore generale di una divisione di Gazprom, gigante russo dell’energia.