Una piccola startup innovativa tedesca vi accompagna in un avventuroso viaggio in cappa e spada
Sono davvero tanti i motivi per cui consigliarvi Battle Brothers – A turn based tactical RPG (di qui in poi solo Battle Brothers), a iniziare dal fatto che va a colmare una lacuna che su Nintendo Switch iniziava a farsi sentire: quella dei giochi di ruolo tattici. Poi c’è sicuramente l’accuratezza con cui è stato realizzato e la profusione di contenuti.
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Gli stessi DLC (qui è possibile vedere la lista) impegnano per diverse ore il giocatore una volta che sarà giunto ai titoli di coda dell’avventura principale. E la cosa più bella è che quasi tutto il gioco è procedurale, quindi mappe, personaggi, locazioni, distanze, situazioni cambiano da partita a partita. Elemento, questo, che favorisce enormemente la rigiocabilità. Su PC Battle Brothers è uscito nel 2017 ed è stato accolto molto positivamente da critica e pubblico. Arriva su Switch con quasi quattro anni di ritardo ma, dobbiamo ammettere, purtroppo gli sviluppatori non hanno usato tutto questo tempo per una conversione eccellente…
Colpire dove finisce l’armatura…
Iniziamo perciò con gli errori che sporcano l’esperienza di gioco su Nintendo Switch. Perché, ve lo anticipavamo, Battle Brothers è davvero un bel gioco, quindi una volta elencati i difetti potremo invece raccontarvi cosa ci è piaciuto di più. Il gioco di Overhype Studios, piccola startup innovativa di Amburgo (Germania) composta da sole sei persone (Jan aka Jaysen Business, Marketing, Paul aka Crabcakes Artist, Christof aka Rap Programming, Casey Writer e Breakdown ed Epiphanies Music Composers) sembra essere stato stipato a forza su Switch, in una conversione uno a uno.
Questo significa che, dal punto di vista visivo, le schermate strabordano di informazioni mentre le scritte sono piccolissime. Va tutto sommato bene se si gioca sul televisore da salotto, ma diventa davvero difficile capirci qualcosa in mobilità. Dal punto di vista del gameplay, invece, la navigazione dei menu è stata mantenuta identica all’originale, che però era pensata per essere giocata con mouse e tastiera. E infatti giocando, mentre si trascina il cursore, con lo stick, da una parte all’altra dello schermo, o si deve raggiungere una scroll bar per navigare fino in fondo all’inventario, viene da chiedersi più e più volte perché Battle Brothers non sfrutti alcuna delle specifiche della console Nintendo: dai puntatori dei Joy Con, che sarebbero stati ottime alternative al mouse, al visore tattile dell’ibrida nipponica che avrebbe aiutato le partite fuori casa.
Le partite a scacchi di Battle Brothers
Conclusa la rassegna di difetti, torniamo a parlare di Battle Brothers nel suo insieme. Nel gioco della startup tedesca vi ritroverete alla guida di un esercito di mercenari assetati di ricchezze. O meglio, all’inizio saranno quattro gatti ma, se vi muoverete con furbizia, sempre più uomini potrebbero decidere di unirsi alla vostra causa. E in Battle Brothers difatti si investe gran parte del proprio oro, e del proprio tempo, nell’attività del reclutamento.
Gli uomini che incontrerete sono generati casualmente e, dunque, virtualmente infiniti. Ciascuno però ha una storia da raccontare, che sostituisce le classiche schermate con le statistiche. Non crediate che sia inutile ascoltare ciò che avranno da dirvi perché non è così. Se un tizio per esempio vi dirà di essere scappato di prigione in quanto ladro, potrete assegnargli arco e coltelli e armature leggere: strumenti coi quali esprimerà al meglio i propri “talenti”. Viceversa, se un fabbro si unirà alla vostra compagnia, saprete già che ha il fisico e l’esperienza necessari adatti a maneggiare armi e armature pesanti, come magli da guerra.
L’altra parte del gioco è invece costituita dai combattenti. Come il prodotto recensito oggi dice fin dal titolo (Battle Brothers – A turn based tactical RPG), abbiamo per le mani un RPG tattico. Questo significa che ogni mossa, dall’esplorazione del mondo ai combattimenti, seguirà le regole del gioco degli scacchi e avverrà lungo una griglia. Ogni mossa, perciò, vi esporrà a una contromossa dei nemici.
Infine, chiudiamo con un ultimo plauso che riguarda sia il comparto artistico (purtroppo spesso troppo “buio” per essere giocato in portabilità su console Nintendo), sia quello narrativo. Abbiamo apprezzato davvero tanto che Battle Brothers – A turn based tactical RPG, anziché seguire il filone che va per la maggiore che strizza l’occhio alle produzioni nipponiche, peschi a piene mani dal medioevo europeo. Personaggi e menu sembrano usciti dalle miniature di preziosi libri antichi. Allo stesso modo, la trama ci porterà a visitare castelli, monasteri, mercati ed abbazie. Questo però non significa che manchi l’elemento fantasy: ci troveremo a combattere orchi, lupi e non morti che sembrano usciti dall’immaginario di Alan Lee, l’artista che ha forgiato la Terra di Mezzo de Il Signore degli Anelli nella trilogia di Peter Jackson. Una commistione curiosa ma sicuramente riuscita che impreziosisce quest’ottimo RPG tattico. Ottimo lavoro.