Nato a Milano nel 1950, Maurizio Bossi a 25 anni si è laureato in Medicina e Chirurgia per, poi, specializzarsi in Andrologia e Chirurgia, e, successivamente in Urologia, Ginecologia e Sessuologia. Dopo 15 anni di attività in ospedale, ha insegnato come docente nelle Università di Pavia, L’Aquila e Pisa in discipline sessuologiche. È autore di oltre numerose pubblicazioni scientifiche, coautore di quattro manuali/ trattati universitari e direttore scientifico di un’enciclopedia sulla sessualità. Dal 2000 si occupa di divulgazione medica e prende parte a numerose trasmissioni radiotelevisive. Nel giorno degli innamorati lo abbiamo intercettato per chiedergli quali sono i principali cambiamenti che ha avvertito negli ultimi anni sia da un punto di vista medico che psicologico. Nel nuovo mondo dell’AI come sta, quindi, cambiando l’approccio al sesso? Che differenze ci sono tra le ultime generazioni e quelle precedenti? E fino a che punto il mondo virtuale potrà riuscire a colmare quella “sete di sesso” avvertita?
![Quando a scrivere lettere d'amore è ChatGPT. Il dottor Maurizio Bossi: «Presto si farà sesso coi robot» maurizio bossi 2](https://cdn-magazine.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2025/02/12125843/maurizio-bossi-2.jpg)
Professore, quali grandi cambiamenti ravvede nel corso degli ultimi anni?
Uno drastico passaggio è avvenuto tra la fine degli anni ’90 e i primi del 2000. In quel periodo, facevo parte di un team – in cui c’erano anche psicologi, sessuologi, endocrinologi – e iniziarono ad arrivarci una serie di richieste per testare un sito di incontri… Con molta parsimonia e anche un po’ di disagio, per quei tempi, abbiamo scritto una recensione. Per arrivare a quella recensione abbiamo, chiaramente, interagito con interlocutrici e interlocutori. Inizialmente eravamo scettici e prevenuti, ma l’esperienza è stata interessante.. Abbiamo scoperto un mondo che non immaginavamo: gli uomini hanno trovato signore di buon livello ed esperienze umane interessanti e, quando le abbiamo incontrate sono quasi tutte rimaste deluse dal fatto che si trattasse soltanto di una ricerca. Devo, quindi, ammettere che quel primo approccio al virtuale, alla connessione telematica e all’amore in rete da un punto di vista maschile è stato positivo mentre le colleghe non hanno avuto lo stesso riscontro. Si sono, infatti, trovate davanti a esperienze negative, con maschi orientati esclusivamente al sesso, e questo da un punto di vista antropologico è molto interessante.
Durante la sua carriera, ricorda episodi particolarmente significativi in cui è intervenuta l’AI?
Sì, uno in particolare. Partiamo dal presupposto che all’andrologo si rivolgono, soprattutto, i maschi chiaramente. Capitava che alcuni venissero da noi a chiedere consigli più psicologici che legati alla sfera fisica, quasi come se fossimo un’agenzia di incontri. Ricordo, in particolare, un aneddoto: un signore venne lasciato dalla moglie e lei lo cacciò di casa. Venne da me, mi spiegò la situazione, e io gli dissi che, probabilmente, c’era un’altra persona nella vita di lei. Allora si affidò a un investigatore privato, ma non emerse niente di significativo. A un certo punto, la moglie lo chiamò e gli chiese di inviarle una lettere d’amore se avesse voluto recuperare il rapporto. A quel punto lui, che non aveva mai scritto una lettera, in panico mi chiese di scriverla al posto suo. In quell’occasione ho interpellato ChatGPT, dandole in pasto le informazioni che avevo e chiedendole di formulare una lettera di risposta. Io l’ho soltanto corretta in alcuni punti, l’ho mandata a lui, lui l’ha spedita alla moglie e, incredibilmente, ha funzionato a riaprire una finestra in quel rapporto che si stava sgretolando. Si sono incontrati, hanno avuto un momento di intimità, e lei gli ha detto che sarebbe disposta a riprenderlo in casa.
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Lei, quindi, è favorevole all’utilizzo di strumenti di AI in questo campo?
Sì e no. Mi spiego: se facciamo scrivere le lettere a ChatGPT è chiaro che l’umanità prossima ventura non la vedo molto bene. Ci troviamo di fronte a un bivio: da una parte c’è lo shopping sessuale e affettivo, non degradante ma abbruttente perchè, come si suol dire “l’attesa è essa stessa il piacere” e in questo mondo virtuale questo non accade perché tutto è immediato. Da un’altra parte, la scelta dei partner passa attraverso i cinque sensi. Nel nuovo mondo virtuale, questa abitudine viene stravolta: se prima il piacere iniziava da un punto di vista estetico per poi spostarsi sul piano della conoscenza, su certi siti di incontri si parte dalla condivisione di interessi in comune, e quindi da una conoscenza interiore, per andare, poi, sul piano esteriore. E questo grazie, soprattutto, alla profilazione, che permette di carpire immediatamente questi lati. Antropologicamente stiamo assistendo a un ribaltamento, che trovo positivo per il 40enne o il 30enne, che vengono da un’esperienza di vita analogica e che si sono, poi, ritrovati nel digitale, ma estremamente negativo, invece, per i nativi digitali.
E quali sono questi aspetti negativi a cui, quindi, la GenZ può andare incontro?
Il problema ora è il “phubbing” (ndr un termine nato dalla fusione delle parole “phone” (telefono cellulare) e “snubbing” (snobbare), e indica quando l’attenzione verso l’oggetto supera quella verso la persona. Questo atteggiamento è tipico dei giovanissimi, che tendono a non guardare più in faccia chi li circonda ma a stare continuamente concentrati sullo schermo del cellulare. La tecnologia deve aiutarmi nella vita, ma non deve essere la mia vita. E spesso mi verrebbe da chiedergli: “Hai guardato in faccia il tuo compagno? Come si muove? Sai se è triste?”. Credo che alcuni non saprebbero darmi una risposta.
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Secondo lei, questa sfera virtuale quanto inciderà nella sfera sessuale nel prossimo futuro?
Sempre di più, anche in Occidente presto arriveremo a fare sesso con i robot. L’aspetto consumatorio del maschio ha dato luogo all’eternità del sesso mercenario, che è veloce e soddisfacente, e oggi c’è un fil-rouge che lega le ultime tecnologie al consumo sessuale. Si va sempre più verso il realismo: dalle bambole fatte di pelle vera alla ricreazione della stessa umidità e termicità dei genitali..Insomma, questi strumenti di piacere sono sempre più realistici e potranno rappresentare un altro cambiamento da studiare soprattutto nel rapporto dell’uomo con il sesso. Una bambola o un robot, chiaramente, non hanno pretese ne aspettative e per i maschi è, quindi, più facile rapportarsi con “loro”.