Amburgo, 1945. Hitler ha un’arma segreta
Un esercito non può sconfiggere i nazisti. Troppo lento e visibile. Una squadra speciale di soldati scelti e spietati, invece, ha una possibilità per affossare Hitler e scongiurare l’utilizzo di un’arma segretissima che ribalterebbe le sorti della guerra. La campagna di Call of Duty: Vanguard prende il via con una sceneggiatura fanta-storica del secondo conflitto mondiale. La saga di Activision, nota anche a chi mastica poco o nulla di videogiochi, è arrivata a un nuovo capitolo ambientato in un contesto dove fatti realmente accaduti vengono scaraventati in un frullatore di proiettili ed esplosioni: il risultato è una trama caciarona, esagerata e da blockbuster hollywoodiano. Insomma, in pieno stile Call of Duty. Non è certo un titolo da dispensa per aggiungere qualche nozione di colore in vista dell’appello di storia contemporanea. Andiamo a scoprire nella nostra recensione come ci siamo trovati sulla next gen di Xbox Series X/S nella modalità Campagna di Call of Duty: Vanguard. Al momento un giudizio sul multiplayer – la modalità regina di COD – sarebbe prematuro con il titolo in uscita oggi sulle console.
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Call of Duty: Vanguard. Li odiate i nazisti?
Quando si ha per le mani un prodotto come COD è doveroso contestualizzare. Stiamo parlando di una saga che è stabilmente tra i titoli più giocati a livello globale. Se riavvolgete il nastro di qualche mese vi ricorderete che il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, era arrivato a parlare di Call of Duty come di un titolo che attirava l’attenzione dei giovanissimi, molto più di una partita di calcio. Ragionamento, tra i tanti, alla base della proposta choc della Super League del calcio (ne avevamo parlato qui). Ma torniamo in console.
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La Campagna di Call of Duty: Vanguard, sviluppata dalla software house Sledgehammer Games (che aveva già sfornato Call of Duty: WWII), ci apre gli occhi su uno scenario incandescente. Siamo ad Amburgo, 1945, anno che tutti noi sappiamo esser stato decisivo per le sorti della Seconda Guerra Mondiale. Sotto una pioggia di proiettili ha il via un’operazione segreta che ci vede membri di una squadra, la Task Force I, impegnata su un binario diremmo parallelo e invisibile rispetto alla guerra che finisce sui giornali. Hitler avrebbe per le mani qualcosa di decisivo: il progetto Phoenix, questo il misterioso nome in codice, deve essere svelato e distrutto.
Non è la prima volta che uno sparatutto parte a bordo di un treno in corsa. Call of Duty: Vanguard ha un avvio in grande stile con l’assalto a un convoglio nemico. La modalità Campagna può essere affrontata in quattro modalità differenti: dalla Recluta fino al Veterano. Non serve vi diciamo che quest’ultima è adatta soltanto a chi ha alle spalle ore e ore di COD e sa come fronteggiare un’AI spietata, che non perdona neppure un millimetro di errore quando si è in guerra con un fianco scoperto.
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I primi quindici minuti di gioco ci danno l’occasione per un rapido tutorial, utile a chi è alla sua prima esperienza con la saga. Sparare, ricaricare, scagliare granate sono un divertimento puro, soprattutto perché le bocche di fuoco a disposizione sono sparse un pò ovunque, lasciate clamorosamente incustodite dai nazisti o goloso premio dopo uno scontro da cui siamo usciti vincitori. Il combat system è quello tradizionale di COD, senza particolari novità. Nella Campagna, intervallata da sezioni di filmati, avremo la possibilità di andare più a fondo nella sceneggiatura, ampiamente rielaborata da Activision dal punto di vista storico. Oltre a questa c’è anche un opzione zombie tutta da scoprire, che picchia il piede sull’acceleratore per un’esperienza folle.
Non essendo il primo titolo ambientato in uno scenario da secondo conflitto mondiale, gli appassionati di COD ritroveranno forse molto di già visto e la trama, per quanto piena di effetti pirotecnici, non è delle più riuscite nell’almanacco di Call of Duty. Tuttavia dopo le scorpacciate di sparatutto indie che vi abbiamo proposto anche su next gen (qualche recensione l’abbiamo linkata in questo articolo), è comunque bello passare a una portata tripla A che sa toccare le giuste corde. Non che Vanguard non abbia sbavature: ci siamo ritrovati nella spiacevole situazione di un calo di frame rate proprio durante una sparatoria; inoltre le cinematiche non restituiscono sempre un effetto realistico, come i cappotti che svolazzano in una maniera troppo innaturale. Sviste che senz’altro si possono perdonare in un titolo che ha la prateria del multiplayer ancora tutta da gustare. La Campagna oggetto della nostra recensione è solo l’aperitivo, per intenderci.