Dal Giappone – che tutti amiamo – una matrioska gaming piena di sorprese
Chi scrive ha fatto appena in tempo a vivere gli ultimi anni delle sale giochi. Alle fiere di paese o in centro città, erano alcuni dei luoghi di ritrovo preferiti della gioventù che fu. Grandi spazi, luci al neon, un rumore incessante di melodie a 16 bit e le esultanze (o imprecazioni) dei gamer che spendevano le loro sudate paghette per battere i record. Altri tempi, inconciliabili con il gaming quando e come voglio (e, spesso, gratis su smartphone). Essendo che, lo abbiamo ripetuto più volte, la next gen ha più di sei mesi di vita ma ancora fatica a mostrare tutta la propria mercanzia in termini di titoli, Capcom ha scelto un momento propizio per tornare sul mercato qualche settimana dopo il day one del suo tripla A Resident Evil Village – qui sotto la nostra recensione – pubblicando Capcom Arcade Stadium, un titolo a matrioska che contiene decine di videogiochi che generazioni di videogiocatori hanno scoperto soltanto nei cabinati. Preparatevi a attivare ricordi nostalgici all’ennesima potenza.
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Capcom Arcade Stadium: benvenuti nel passato
Lanciato prima su Nintendo Switch, Capcom Arcade Stadium è arrivato anche su Xbox Series X/S, dove lo abbiamo provato, calandoci in un’esperienza appagante. In pratica il titolo offre un menu principale che vuole scimmiottare la vera sala giochi anni ’80, con una lunga fila di cabinati tra cui scegliere. Al loro interno sono custoditi i software dei titoli più iconici della software house giapponese: parliamo di Street Fighter II, Commando, Ghouls ‘n Ghosts e molti altri.
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Quasi scontato che Capcom abbia voluto inserire oltre 30 titoli, non tutti disponibili al primo acquisto, proprio per ingolosire i gamer e monetizzare anche in seguito. L’azienda nipponica ha inoltre fatto sapere che Capcom Arcade Stadium non ha sparato tutte le sue cartucce e che potrebbero arrivare nuovi titoli retro. Per il momento la libreria videoludica offre prodotti che spaziano dal 1984 al 2001. La giocabilità, in tutti i casi, risulta fluida e divertente: il segreto sta nell’impratichirsi con i comandi.
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Inclusivo, ma…
I generi disponibili su Capcom Arcade Stadium sono sparatutto, arcade e titoli da combattimento. Chi in passato ha passato ore su Forgotten Worlds (correva l’anno 1988) non dovrà fare altro che iniziare a giocare per ricordarsi le sensazioni di un tempo. Discorso opposto, invece, per i neofiti (o perché all’epoca facevano altro, oppure perché hanno poche primavere sulle spalle): purtroppo Capcom Arcade Stadium non ha previsto una sorta di panoramica storica e culturale dei videogiochi che ha inserito. E questo è un peccato. Operazioni lodevoli come la raccolta di decine di titoli in un unico prodotto, per il solo piacere di riscoprire le glorie di un tempo, avrebbero ancora più valore e carica emotiva se riuscissero a coinvolgere le nuove generazioni facendo loro capire perché quei titoli hanno fatto la storia.