C’è una rivoluzione in atto su come vengono calcolati gli spettatori di un programma televisivo. Futuro? No, presente. È scattata il 30 dicembre scorso. Un cambiamento che non può non essere segnato come un importante tassello del nostro percorso di Videoevoluzione che sta plasmando la televisione intesa come nuovo media, fotografato e ragionato ogni mese in questa rubrica. Oltretutto, per quanto dovrebbe essere una questione solo da addetti ai lavori, parlare dei “dati-Auditel” è qualcosa di più comune di quanto si possa pensare. Almeno una volta, ci siete cascati anche voi? A maggior ragione, è bene sapere di cosa si sta parlando e soprattutto essere preparati sulle novità, in modo da poter immaginare oggi Che Tv Sarà domani.
Un tempo infatti un programma televisivo ci poteva piacere o meno, portandoci a confrontarci solo sui nostri gradimenti personali. Oggigiorno invece è facile sentir parlare anche la gente comune con il linguaggio degli addetti ai lavori.
Share, flop, picco d’ascolto… sono termini entrati nel vocabolario comune, come se la sfida tra parti fosse più interessante di ciò che si è visto. Complice sia una stampa alla ricerca del caso o dello scontro “Sinner-Fritz” di turno, sia gli stessi protagonisti, reti e conduttori, che amano autocelebrarsi, spesso anche per evidenziare i fatti da punti di vista più convenienti per loro (a fini commerciali). Avete notato che spesso infatti, stando ai comunicati stampa che vengono lanciati, le sfide dell’audience le vincono sempre tutti?
Stessi pesi, stesse misure
A vincere, grazie a questo nuovo processo di rilevazione dei dati in evoluzione avviato da Auditel, l’organismo di controllo incrociato che rileva l’ascolto televisivo, in primis sarà la tv stessa. Infatti in questi ultimi due decenni e più, non si è parlato altro che di “erosione di ascolti”, con conseguente indebolimento del percepito della forza della Tv. Premettendo che è oggettivo che lo scenario dell’intrattenimento e dell’informazione abbia visto nel contempo farsi spazio altri attori, c’è però da chiedersi se quella “fuga” è davvero da considerarsi dalla televisione. E soprattutto, era davvero una fuga? O solo un riassetto, anche nei numeri, dei modi di fruirla?
Con la Videoevoluzione abbiamo studiato passo a passo il processo che ha portato alla digitalizzazione dei contenuti e quindi di una televisione sempre più da considerarsi un nuovo media, sia per modalità di visione (per semplificare, lineare o on demand), sia per supporti tecnologici su cui fruirla (se prima c’era solo il televisore, oggi non solo può essere anche smart, ma si aggiungono tablet, pc e smartphone).
Ma se i dati di ascolto che tutti conosciamo vengono rilevati dal 1986, solo dal 2019 sono stati presi in considerazione quelli anche delle smart tv e dei secondscreen. Insomma da quell’anno la televisione ha incominciato un percorso volto a riprendersi nel tempo i suoi telespettatori là dove erano andati. Ma ancora poco rispetto a quanto è in atto dal 30 dicembre scorso e quanto potrà riservarci il futuro.
Come cambia la rilevazione dell’audience
Qual è il cambiamento sostanziale? Nel calcolo degli ascolti giornalieri dei singoli programmi rientreranno anche gli schermi che non sono un televisore (ad esempio gli smartphone). Fino ad oggi non era così, quindi se io mi guardavo il mio programma preferito in mobilità sul telefonino, questa visione non veniva calcolata perché ad essere rilevato era solo il televisore di casa e lo smart tv.
Usando i termini corretti, questo Nuovo Standard di Total Audience di Programma ci dà un dato che include la fruizione Live e il Vosdal del contenuto su tutti gli schermi, telefonini compresi. Per Total Audience si intende la sommatoria di ascolti tradizionali con quelli digitali, mentre Vosdal, che sta per Viewing On Same Day As Live, si riferisce alle fruizioni non tradizionali fatte nello stesso giorno, rilevate ora finalmente su tutti i device possibili.
Con un valore aggiunto, questi ultimi sono dati di “nuova generazione”, ovvero di tipo censuario, quindi calcolati sulle visioni effettive. Un po’ come accade per il web, indicando per il futuro un possibile avvicinamento delle modalità di rilevazione tra questi due mondi sempre considerati erroneamente fin troppo estranei tra loro.
La Tv recuperando questi numeri, ci dovremo aspettare quindi una crescita degli ascolti dei singoli programmi televisivi rispetto agli anni precedenti, non potendo però più fare confronti diretti tra le stagioni che verranno e quelle appena passate. Come si legge nella presentazione ufficiale di Auditel, facendo un esempio concreto su una stessa puntata del programma dell’ora di pranzo di Rai 1 con Antonella Clerici, E’ Sempre Mezzogiorno, la differenza si fa notare segnando un quasi +7%, confrontando il dato come sarebbe stato con la rilevazione in atto fino al 29 dicembre e quella applicata oggi: 1.850.000 di Total Audience con il 18,21% di share, contro 1.732.000 e il 17,99% calcolati con il precedente metodo.
Un cambiamento che favorisce i canali
Molti programmi stanno avendo quindi la loro rivincita. Alcuni infatti, anche per tipologia di pubblico, raggiungono il proprio non in modo tradizionale e per questo, seppur molto visti, nessuno fino a ieri lo calcolava. Ma anche le reti televisive stanno vivendo il loro riscatto. Infatti l’altra novità introdotta riguarda la rilevazione della fascia oraria. Da sempre la giornata televisiva è divisa in momenti con specifici intervalli.
La prima serata, per esempio, va dalle 20.30 alle 22.29. Se col vecchio metodo per calcolare l’ascolto di uno specifico canale veniva considerato il solo programma in palinsesto (Live) e il suo ascolto differito (Vosdal) nel giorno stesso di messa in onda, relativo ai soli schermi Tv nelle prime case, ora non è più così. Il Nuovo Standard Auditel di Fascia includerà non solo i dati Live anche di PC, Tablet e Smartphone, fino ad oggi non considerati, ma anche gli ascolti On Demand di altri programmi della rete fruiti in quel momento su tutti gli schermi.
Quindi se nella fascia di Canale 5 in cui sta andando in onda il Grande Fratello io sto guardando sull’applicazione di Mediaset Infinity la puntata di Uomini e Donne di qualche giorno prima, a differenza di un tempo, verrò calcolato. Così facendo l’ascolto di un programma si slega dall’ascolto di fascia, creando situazioni diverse. Con questo criterio, molto più vicino a rappresentare la realtà, sarà possibile per esempio che seppur Canale 5 abbia in onda un programma vincente in termini assoluti, sia Rai 1 ad aggiudicarsi la fascia perché in quel momento ha un pubblico che rivede il TG1 andato in onda ore prima o la puntata della fiction DOC della settimana precedente.
I programmi che guadagnano audience
Il genere che più viene premiato da questa nuova metodologia di conteggio è la fiction, facile infatti immaginare come questo tipo di produzione, meno legato alla visione in diretta e che comporta una permanenza molto alta, possa essere ricercato al di fuori del palinsesto. È Mare Fuori l’esempio più significativo che, tenendo in considerazione anche le visioni non da palinsesto, incrementa il suo ascolto del 339%.
Un risultato importante anche quello raggiunto da Doc – Nelle tue Mani che cresce del 27% che, considerato l’alto ascolto ottenuto con la messa in onda, si tratta di un ottimo valore. Idem per Sanremo che sembra crescere “solo” del 2%, un due percento però da calcolare sui dati di ascolto eccezionali che ha registrato in diretta. Quindi quel “2%” in realtà vale milioni di telespettatori. Uomini e Donne e Terra Amara, oltre ad essere i programmi più visti del pomeriggio di Canale 5, sono al secondo e terzo posto tra i programmi più visti on demand, incrementando con questi di quasi il 10% il loro dato di partenza.
Il futuro della televisione
Un’evoluzione, rivoluzionaria, che rende i numeri della tv più attuali e sempre più coerenti al sistema che si sta creando. Immaginando un futuro sempre meno campionario, ovvero con dati stimati sulla base di campioni e sempre più censuario, ovvero, come detto, con valori calcolati sulle visioni effettive, la televisione come nuovo media è sempre più competitiva. A questo punto, per completare il quadro, la domanda da porsi sarebbe: quando altrettanta trasparenza da parte delle piattaforme native come Netflix e Amanzon Prime? Busseremo alla loro porta per proseguire nei nostri ragionamenti.