«Se dovessi bruciare qualche contemporaneo sul nostro fuoco sarebbe una persona molto più vicina a casa. E comunque era soltanto Guy Fawkes». Jeremy Clarkson, per una volta, ha usato l’estintore (sempre a modo suo) per spegnere le polemiche generate da un suo post pubblicato su Instagram la notte del 5 novembre, proprio quando in America le persone stavano ancora votando. Nel frattempo in UK andava in scena la tradizionale Guy Fawkes Night.
L’immagine del post, come hanno lamentano alcuni follower, mostra un fantoccio che indossa la cravatta e ha una capigliatura parecchio simile a quella del nuovo presidente degli Stati Uniti. In questi minuti il giornalista ha tuttavia cancellato il post di replica sempre su Instagram, in cui negava le accuse. Qui sotto lo screenshot del suo profilo prima della rimozione dell’ultimo contenuto.
Cosa c’entra Jeremy Clarkson con Trump e Guy Fawkes?
Il manichino della discordia è stato bruciato su un falò nei pressi di The Farmer’s Dog, il suo pub aperto alcuni mesi fa e che di recente avrebbe attirato l’attenzione di ladri e malintenzionati, pronti a tutto pur di rubare un souvenir. La Guy Fawkes Night, anche conosciuta come Bonfire Night o Notte dei Falò, è una tradizione britannica che si celebra ogni anno il 5 novembre. Si tratta di una ricorrenza che ricorda il fallimento della Congiura delle Polveri del 1605. Fu un complotto organizzato da un gruppo di cattolici inglesi, tra cui Guy Fawkes, con l’intento di far esplodere la Camera dei Lord e assassinare il re Giacomo I d’Inghilterra.
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