Il personaggio è divisivo, non c’è dubbio. Ma è anche magnetico per chi lo segue fin dai tempi delle prime recensioni di Top Gear. Stiamo parlando di Jeremy Clarkson, l’ex volto del programma BBC (emittente da cui fu cacciato) e poi della serie Grand Tour. Nei giorni scorsi è stato a Londra per partecipare alla protesta degli agricoltori contro la volontà del governo UK di introdurre una tassa di successione al 20% sui beni agricoli. Lo showman ha parlato una manciata di minuti dal palco. Se la manifestazione è riuscita a ottenere una certa visibilità è senz’altro merito suo. Al punto che c’è chi ha provato a corteggiarlo per chiedergli di candidarsi in politica.
Clarkson avrà il suo movimento dei trattori?
«Se Jeremy Clarkson si candidasse domani a primo ministro, vincerebbe di gran lunga. Alcuni potrebbero addirittura incoronarlo prossimo sovrano», scrive in un editoriale su The Spectator Philip Patrick, docente a Tokyo, che ha passato in rassegna il suo breve discorso dal palco della protesta. «Ricco di battute memorabili, i suoi punti salienti sono stati: “Le pecore guardano il GS4 (mangime ecologico) come un bambino di cinque anni guarda un’oliva”; “Quando la BBC è diventata la portavoce di questo governo infernale?”; e “Vi hanno dato una ginocchiata nelle palle e un leggero colpo di martello dietro la testa”. È stato l’indiscutibile protagonista dell’evento».
Dopo aver dato l’addio a Grand Tour in accordo con i colleghi di una vita James May e Richard Hammond non ha certo deciso di andare in pensione. Continua le sue attività nella fattoria Diddly Squat, riprendendo le sue imprese nella serie Amazon Clarkson’s Farm; fa recensioni di auto e pubblica editoriali di fuoco sul Sun, prendendosela con i grandi della Terra, gli ambientalisti e chi non gli sta simpatico. Ma a questo punto alcuni si stanno chiedendo se non stia anche pensando di fare dell’altro.
«L’idea che Clarkson entri in politica non è nuova – scrive sempre Philip Patrick sullo Spectator – è stato più volte collegato alla candidatura a sindaco di Londra e una volta una petizione per nominarlo primo ministro ha raccolto 50mila firme. Ma con il successo di non-politici come Donald Trump e l’ascesa dei movimenti outsider, il momento non è mai sembrato più opportuno per Clarkson per fare il grande passo». Giornalista esperto di comunicazione, abile nella retorica e nei discorsi in pubblico, Jeremy Clarkson ha senz’altro le carte in regola per entrare a fare parte dell’agone urlante della politica contemporanea.
Sui social intanto l’apprezzamento nei suoi confronti si è fatto sentire nei giorni successivi alla manifestazione londinese. Difficile prevedere la sue scelte, ma in un’epoca come quella attuale la politica ci ha abituato a numerose sorprese. Jeremy Clarkson ha co-condotto il programma di recensioni d’auto di gran lungo più seguito al mondo, è conosciuto ovunque e la sua attività da agricoltore sul campo lo ha spinto a scendere in piazza per la prima volta nella sua vita. Sarà l’unica, c’è da chiedersi?