Hanno vinto il pitch day della prima edizione dell’Unilever Italia lean startup program. Ora sono già proiettati verso nuovi obiettivi
Hanno fondato CozEat, una startup che propone una piattaforma di delivery per ordinare la colazione a tutti gli ospiti di case vacanze direttamente nella loro struttura, senza doversi accontentare di merendine preconfezionate che sono attualmente offerte in relazione ai vincoli normativi vigenti in materia. All’inizio dell’anno durante il pitch day dell’Unilever Italia lean startup program, si sono aggiudicati la competition ed hanno convinto la giuria di Top manager Unilever Italia per essere sostenuti nel progetto d’impresa.
Abbiamo voluto intervistare il team per conoscerli meglio: Sacha Liberatori (CEO), Laurea in Business Administartion, Massimiliano De Stefano (CTO), Laureato in Ingegneria Elettronica, Simone Tosatto (CMO), Laureando in Comunicazione e Marketing e Alessandra Politi (COO), Laureanda in Economia e Management.
Perché hai deciso di intraprendere un percorso da startupper?
- Sasha: Cercare di avviare qualcosa in proprio è sempre stato un desiderio inconscio, ma mai divenuto realtà. Ero alla ricerca di un nuovo lavoro, quando spinto da un’amica startupper, ho partecipato allo Startup Weekend di Roma del 2017. Diciamo quindi che a novembre, un po’ per caso ho intrapreso questo percorso.
- Massimiliano: Sono affascinato dall’idea di dare il mio contributo nel creare qualcosa di dirompente, qualcosa che possa cambiare (in meglio) le abitudini di consumo e i comportamenti degli utenti. Inoltre sono affascinato dal modo e dal metodo con cui lo startupper crea valore ed impresa, rispetto alla normale attività imprenditoriale.
- Simone: Una spinta emotiva che parte dalla voglia di realizzare qualcosa in proprio e trova nel mondo “startup” una strada meritocratica per farlo. Da appassionato di marketing digitale ho sempre seguito questo mondo con interesse; una volta che mi sono sentito pronto ho partecipato allo startup weekend e poi al corso di Peekaboo (pre-acceleratore di impresa di Roma) ho capito che non ero affatto pronto! Ogni giorno ho imparato qualcosa di nuovo e soddisfatto la mia curiosità. Sono riuscito a creare qualcosa di mio riuscendo ad abbinare pratica e teoria ed è una delle soddisfazioni più grandi degli ultimi anni.
- Alessandra: Da due anni a questa parte sentivo un flusso di idee continue nella mia testa e una frustrazione perché non sapevo da dove cominciare per metterle in pratica, ma volevo lavorare su qualcosa di mio e renderlo concreto, anche se in piccolo. Per questo mi sono iscritta allo Startup Weekend di Roma del 2017, dove ho portato la mia idea della consegna delle colazioni, e grazie ai feedback e al mio Team ho imparato e continuo ad imparate, tantissimo. Giorno dopo giorno ho creato finalmente qualcosa di concreto in cui credo fortemente e sono diventata una startupper.
Hai già lavorato in una azienda e cosa ne hai dedotto come insegnamento?
- Sasha: Si, ho avuto un’esperienza in una grande multinazionale ed una in una piccola impresa. Diverse cose mi hanno spinto a cercare altro: in un caso, gli orari, l’ambiente troppo strutturato, la poca meritocrazia e una resistenza al nuovo; nell’altro caso la realtà, più piccola, mi stava stretta.
- Massimiliano: Si, ho lavorato per diversi anni in grandi multinazionali operanti nel campo delle telecomunicazioni. Ho deciso di rinunciare alla sicurezza e alla stabilità di un normale posto di lavoro da dipendente per creare, da zero, qualcosa di mio
- Simone: Avevo lavorato in una azienda che si occupava di marketing e moda. Non faceva per me, una mentalità rigida e antica, il capo misurava il successo dai “like” sulla pagina e se gli parlavo di metriche faceva spallucce. Ho deciso di licenziarmi perché cercavo un ambiente dove potermi confrontare, apprendendo da chi ne sa più di me, potendo però sempre dire la mia.
- Alessandra: No, non ho lavorato in un’azienda. Domani compio 24 anni e ad aprile conseguirò la laurea magistrale in Economia e Management all’Università di Roma “Tor Vergata”. Nel mio percorso universitario ho avuto la grande opportunità di fare due esperienze Erasmus della durata di un semestre ciascuno, in Francia e in Belgio. Questo mi ha portato ad una crescita personale e un desiderio di uscire dai tradizionali schemi e percorsi lavorativi e quindi ad una spinta a “fare da sola”. Credo comunque che un percorso lavorativo in azienda sia un bagaglio necessario a cui non voglio rinunciare in un futuro post laurea.
Quale è il tuo obiettivo finale?
- Sasha: CozEat è il frutto dell’unione di idee e spiriti, è un qualcosa che stiamo cercando di portare alla luce con impegno e credo proprio che ce lo terremo stretto, a meno di offerte da dover necessariamente considerare.
- Massimiliano: Il mio obiettivo è parte della motivazione che mi spinge a fare startup. Lasciare un segno, dare un contributo positivo, fornire dei mezzi per migliorare il proprio stile di vita ai consumatori. Se da CozEat scaturirà un’impresa vera e propria oppure se ci sarà un exit milionaria, allora decidere cosa fare, sarà solo un happy problem.
- Simone: siamo ancora all’inizio e dire dove vedo CozEat fra 3-5 anni è un azzardo. Certo essere acquistati da qualche grande player del delivery sarebbe un bel finale.
Ma ora abbiamo una partership con Unilever da portare avanti nel migliore dei modi ed è questo il mio obiettivo nei prossimi mesi. In ogni caso ora che ho iniziato a “fare start-up” sarà dura smettere a breve.
- Alessandra: Credo fortemente nell’idea, nel team che abbiamo formato e soprattutto nel modo in cui stiamo portando avanti il progetto di CozEat. Soprattutto per questo, fare l’imprenditrice è il mio obiettivo.