Da Woodsy Studio un videogioco che non ha paura di sorprendere
Non sappiamo con esattezza quanti siano i videogiochi che esordiscono con una citazione di Umberto Eco. Crimson Spires è il primo che ci capita sotto mano che sceglie di omaggiare così platealmente uno dei più grandi scrittori italiani, autore di romanzi ricchi di mistero ed enigmi. Sviluppato dalla software house a stelle e strisce Woodsy Studio, di stanza a St. Louis, il titolo è una visual novel che mescola intrighi, inseguimenti, pieghe horror e un pizzico di esagerazione da film hollywoodiano. Scoprite di più nella nostra recensione.
Se siete a digiuno di visual novel sappiate che il genere è tra quelli che più stiamo seguendo su StartupItalia. Rientra, a nostro avviso, in una modalità che potrebbe avvicinare giocatori/lettori, interessati più alle storie che alla competizione su console. E, visto che ne abbiamo parlato, è ora di presentarvi la trama di Crimson Spires. A Bataille, città di fantasia in Missouri, l’agente speciale Erika Wright è alle prese con un’emergenza: il van della polizia che trasportava un pericoloso criminale ha fatto un incidente; di Heartbreaker, questo il nome del serial killer, non c’è più traccia; gli altri che erano a bordo con lui sono tutti morti.
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Noi però, se vi ricordate, ci siamo spinti a dire che questa trama potrebbe benissimo dare spunto a un colossal cinematografico, pieno di effetti speciali. Come mai? Crimson Spires non è certo un thriller poliziesco in cui l’agente deve rincorrere un pericoloso assassino, spietato, che scappa nel modo più classico, ossia lasciando perdere tutte le tracce. Il mondo in cui tutto questo accade sta per conoscere un’altra sciagura, forse peggiore di Heartbreaker.
Pochi minuti dopo l’avvio del gioco già siamo in una situazione di tensione, alla quale segue un colpo di scena che ci fa rendere conto di quanto gli sviluppatori abbiano voluto mescolare le carte. Un misterioso boato è l’annuncio di un fatto inspiegabile e inquietante: colonne metalliche emergono da terra e si spingono su fino al cielo. Moderni sfingi, sono le nuove temibili guardiane della città: nessuno entra e nessuno esce. Chiunque ci provi viene decapitato da un laser.
Ma poteva mai bastare? Woodsy Studio ha scelto di mettere la proverbiale ciliegina sulla torta, inserendo vampiri e mostri nelle strade. Insomma, 30 giorni al buio vi sembrerà una commedia romantica. Crimson Spires è, a detta degli autori, un otome game, genere nato in Giappone negli anni Novanta e indirizzato a un pubblico femminile come simulatore di incontri. In tutta onestà, per quanto ci siano sì sottintesi e momenti di flirt, il videogioco è molto molto di più.
Lasciandovi alla trama – sulla quale vi abbiamo detto l’essenziale per ingolosirvi – il gameplay ritaglia spazio a piccoli momenti in cui possiamo pilotare Erika in prima persona. Purtroppo i movimenti non sono particolarmente fluidi (si poteva fare qualcosa di più). Per quanto riguarda le grafiche dei personaggi che si alterneranno tutto è estremamente curato e le animazioni cartoon davvero piacevoli. Più che azzeccati anche i doppiaggi degli attori, anche se – lo abbiamo riscontrato più volte – in alcuni casi la protagonista muove le labbra ma non si sente nulla. Forse una imminente patch risolverà questo disguido tecnico.