“Ci gira Crysis?”, era la domanda che per anni gli addetti dei negozi di PC si sono sentiti rivolgere da chi acquistava un computer per giocare…
Se si escludono le incursioni di Far Cry (a proposito: qui è possibile leggere la recensione di Far Cry 6 del nostro Alessandro), gli FPS sono stati sempre ‘roba’ degli statunitensi, basti pensare a Doom, a Quake, a Wolfenstein, Duke Nukem (tutti di id Soft), ma anche ad Halo e ad Half Life. Poi arrivò la bavarese Crytek, prima con il primo episodio di Far Cry, poi con una serie tutta sua, Crysis, oggi riproposta nella Crysis Remastered Trilogy e il vecchio continente dimostro di aver voce in capitolo.
Dal 2007 al 2013, ogni volta che usciva un nuovo Crysis i videogiocatori sapevano una cosa sola: per godere appieno della sua grafica occorreva giocarlo su PC che andava cambiato all’uscita di ogni capitolo, che avrebbe spinto ancora un po’ più in là il limite grafico. Perché i tedeschi di Crytek, in quei sei anni, hanno davvero settato gli standard grafici degli FPS, lasciando di volta in volta tutti a bocca aperta.
Alla riscoperta di Crysis in Crysis Remastered Trilogy
Prova ne sia che, nel 2021, la Crysis Remastered Trilogy riesce ancora a sorprendere, al netto del maquillage operato per rimuovere un po’ della patina del tempo che, inevitabilmente, si è sedimentata. Le migliorie, sul fronte tecnico, sono qui e là leggere e armoniose, altrove molto più significative, e possono essere godute appieno sulle nuove console (PlayStation 5 e Xbox Series X|S), ma i tre remake in realtà danno soddisfazione anche su PS4 e One e perfino, udite – udite, su Switch.
Fin dal primissimo capitolo (qui la nostra recensione di Crysis Remastered) è possibile avvalersi dei nuovi effetti di illuminazione e refrazione per godere dei magnifici colpi d’occhio regalati dall’isola di Lighshan che esploreremo. Parliamo di quisquiglie come ray tracing, illuminazione globale (SVOGI) e perfino texture fino a 8K.
Ecco perché l’ideale è godere di Crysis Remastered Trilogy su PS5 e Series, così da trarre il meglio e non scendere a compromessi col frame-rate (i cui cali sono fastidiosi soprattutto in Crysis I). La decisione di non intervenire sulla mole poligonale delle ambientazioni da un lato ha evitato un rifacimento da zero, ma dall’altro regala sovente l’impressione che alcuni particolari dello scenario siano un po’ finti e posticci, appena abbozzati. Anche le ombre non sono il massimo. Tutto il resto, però, funziona.
Ma sono le ambientazioni urbane del secondo e del terzo capitolo a entusiasmare, ancora oggi, non solo perché sono titoli più nuovi, ma anche perché all’epoca i due erano stati sviluppati proprio con l’intento di portare verso nuovi limiti l’impianto grafico della saga bavarese.
A livello di gameplay e level design, la serie ha avuto i suoi alti e i suoi bassi: la giovane software house di Cevat Yerli, rimasta orfana di Far Cry, esordì con un primo capitolo che ricordava fin troppo per ambientazioni e struttura l’etichetta che nel frattempo era andata a Ubisoft, salvo poi provare ad aggiustare il tiro coi due titoli successivi.
Dunque abbiamo un primissimo episodio molto aperto, seguito da un secondo capitolo decisamente più chiuso e classicheggiante per concludere con un terzo che tenta di mediare tra i due opposti proponendo una sintesi tutto sommato convincente. Del resto, il terzo capitolo non è solo quello della maturità artistica e professionale dello studio tedesco, ma è pure quello più vicino a noi nel tempo, dunque capace di dare le maggiori soddisfazioni sul fronte del divertimento. Naturalmente, la sua presenza vale di per sé l’acquisto del pacchetto. Se vi siete lasciati sfuggire all’epoca gli episodi originali rimediate agli errori, giocate i tre capitoli in ordine cronologico per avere ore e ore di divertimento. Lasciate il terzo episodio per ultimo: sarà il degno dolce di un menu tanto ricco quanto soddisfacente.
Carlo Terzano è il caporedattore di StartupItalia.
Ligure. Laureato in legge, formatosi professionalmente al Master post laurea della Scuola di giornalismo dell’Università milanese Iulm. Giornalista politico ed economico, ha collaborato e collabora anche con StartMag, Formiche e Corriere Innovazione e Lettera43.it.
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