Un otome game per vivere nei panni di Cupido, la dea dell’amore (sic)
Momento predicone: in questa società consumista e tutta votata ai social spesso ci dimentichiamo l’importanza dell’incontro e l’inutilità dei freddi calcoli (se metto like, magari mi noterà?). Ora che abbiamo finito il momento predicone possiamo concentrarci su Cupid Parasite, titolo disponibile anche su Nintendo Switch con una graphic novel votata al dating e ai temi amorosi. Con disegni davvero ben fatti in stile manga e una originale caratterizzazione dei personaggi e di Los York, la metropoli dove la gente viene per innamorarsi (un pò alla Sex and the City), il videogioco è un passatempo piacevole soprattutto per gamer che hanno un debole per il genere otome. Il titolo è sviluppato dalla software house giapponese Otomate.
In questa avventura non impersoneremo certo la grintosa Carry Bradshaw, ma niente poco di meno che la dea dell’amore, scesa sulla terra per continuare a scagliare le proverbiali frecce che uniscono fra loro storie e corpi. Tutto questo, in realtà, non avviene con romantica naturalezza, ma all’interno di un rigido programma aziendale. Siamo infatti membri di un’impresa, la Cupid Corporation che da realtà nata per consulenze matrimoniali ha target ben precisi per soddisfare gli azionisti: più coppie si formano, più il fatturato sale. Un bel giorno, mentre la protagonista che si fa chiamare Lynette è lì a compulsare al PC, il boss la chiama nel suo ufficio.
Per ottenere una promozione data la nostra evidente capacità nel far sbocciare l’amore tra le persone, il capo ci mette alla prova un’ultima volta. Restano cinque profili che richiedono una metà ideale per convolare a nozze. I dialoghi in inglese sono ovviamente ammiccanti e le situazioni di Cupid Parasite sono apparecchiate per stuzzicare fantasia e curiosità. La sceneggiatura, lo ammettiamo, non è delle migliori. Non certo perché in Cupid ParasiteCupido è donna – ci mancherebbe altro – ma perché tutto parte da lei che, fanciulla ribelle, scappa da casa per una lite con i genitori.