Dalla Lituania un roguelite per gli appassionati di zombie
In fuga dagli zombie dopo la immancabile apocalisse che ha gettato nel caos il mondo che tanto amavamo. Finisce qui la trama di Days of Doom e, per quanto ci riguarda, va bene così. Anche perché è inutile cercare di innovare un genere tanto di successo quanto fossilizzato su meccaniche e schemi già visti. Sviluppato da SneakyBox, con sede in Lituania, il videogioco è un roguelite a turni nel quale capeggiamo un piccolo gruppo di sopravvissuti alla disperata ricerca di un luogo di riparo.
L’elemento che cattura fin da subito di Days of Doom è la grafica cartoon. Al di là del contesto paesaggistico post-apocalittico – con tutte le carte in regole – gli sviluppatori hanno svolto un lavoro egregio nel caratterizzare ogni personaggio e ogni cattivo. L’effetto finale non genera spavento – parliamo pur sempre di fine del mondo e di zombie – perché lo spirito di fondo del titolo rimane sempre giocoso.
Days of Doom non è niente di serio, perché preferisce mettere in campo personaggi di varie classi, armati di tutto punto contro orribili mostri. Se avete già platinato l’ultimo capitolo di Mario + Rabbids: Sparks of Hope, riscoprendo la bellezza degli strategici a turni, in questo titolo potreste continuare ad arricchire la libreria. Non siamo a quel livello di animazione, ma il risultato finale è un’esplosione cartoon davvero piacevole.
Oltre alle sessioni di combattimento – la parte regina – Days of Doom si sviluppa anche in momenti di maggiore ponderazione, in cui bisogna potenziarsi e armarsi. Come gioco di ruolo richiede ovviamente un patto preliminare con il gamer: si muore spesso, perché è l’unica strada per migliorarsi. Va detto che gli scenari di gioco sono in 2D e i punti in cui ripararsi non sempre ben disposti. L’attacco frontale sarà dunque spesso e volentieri l’unica soluzione, nella speranza di atterrare il nemico alla svelta.