Tra lunedì e martedì il nostro satellite sarà nel momento di perigeo, ovvero nel punto della sua orbita più vicina alla Terra
Domani, lunedì 9 marzo, ci sarà la seconda Superluna del 2020 (altre due ne verranno quest’anno). Dal tramonto sarà possibile ammirare un evento affascinante che, in questi giorni di fragilità collettiva, ci regalerà l’occasione per alzare gli occhi al cielo. A rendere il nostro satellite così speciale in quelle ora è la combinazione di luna piena e momento di maggior vicinanza alla Terra. Chi nella notte tra domani e martedì avrà il cielo pulito sopra la propria casa non deve fare altro che godersi lo spettacolo puntando il naso all’insù. Per chi farà i conti con pioggia e nuvole la soluzione è nello streaming, in diretta da Roma.
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Superluna, cosa sapere
«Dinnanzi a questi fenomeno trasmetteremo in diretta il sorgere della Superluna dalla capitale, tra i monumenti simbolo della città eterna». Gianluca Masi è un astrofisico e responsabile scientifico del Virtual Telescope Project, avviato nel 2006. «Sarà una visione mediata dalla tecnologia, ma almeno si godrà di una simbiosi tra la meraviglia del contesto urbano romano e il paesaggio del cielo». Lo streaming in diretta sarà visibile sia dal pc, sia dallo smartphone.
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Il momento migliore
Qual è il momento migliore per ammirare la Superluna? «Suggerisco di osservarla al suo sorgere, al tramonto. Basterà guardare dalla parte opposta rispetto al sole. Con la luce crepuscolare sarà ancor più facile e bello leggere il cielo». In quelle ore la Luna si troverà in prossimità del proprio perigeo, ovvero la distanza minima dalla Terra: il punto esatto verrà toccato alle 7:34 di martedì 10 marzo a 357.122 chilometri da noi.
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Superluna e inquinamento
A differenza di quanto si possa immaginare la Superluna non è una terminologia con valore scientifico. «Nei momenti in cui c’è così tanta luce in cielo il lavoro degli astronomi è più difficile, perché hanno meno facilità di osservare gli altri astri». Occasioni come queste ci ricordano infine che l’inquinamento luminoso, «parente stretto del cambiamento climatico» secondo l’astrofisico Masi, ostacola sempre di più la vista di eventi astronomici simili.