È nato con l’idea di poter decollare e atterrare da quasi qualsiasi tipo di nave il nuovo drone di ultimissima generazione made in China. Si tratta di un velivolo a decollo e atterraggio verticale alimentato da un motore a reazione, descritto come il primo al mondo nel suo genere. A svilupparlo è stato un gruppo di ricercatori della Beihang University di Pechino, guidato dagli associati Wang Yaokun e Qiu Yuting, che ha impiegato dieci anni di lavoro per arrivare a un prototipo funzionante come si legge su Hdblog. Ecco come funziona e a che cosa serve.
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Come è nato il nuovo drone
Dopo una fase di progettazione partita nel 2015, già nel 2019 i ricercatori riferiscono che era stato ottenuto un primo modello, stabile e poi perfezionato. L’idea alla base è stata quella di creare un drone capace di operare da quasi qualsiasi unità navale, anche quelle che non dispongono di una pista di decollo o di un ponte per velivoli, come cacciatorpediniere, fregate o navi anfibie.
A differenza di altri sistemi, questo velivolo combina piccoli rotori per la fase verticale e un motore turbojet per il volo orizzontale ad alta velocità. Una volta in aria, i rotori vengono racchiusi in un carenaggio retrattile che riduce la resistenza aerodinamica fino al 60%, simile a quello di un drone tradizionale a reazione. La cellula è in fibra di carbonio T-700 con resine modificate, per resistere a ripetuti atterraggi su ponte e alle alte temperature del getto di scarico, oltre 700 gradi Celsius.
Il sistema di propulsione abbina un turbojet compatto, responsabile del volo a lungo raggio, a un motore elettrico che aziona i rotori per decollo e atterraggio.
I ricercatori sostengono che l’aeromobile possa operare anche in condizioni estreme, con mare mosso e forti turbolenze.
Le limitazioni del drone
Questo strumento non è, però, esente da limitazioni. L’integrazione del sistema di rotori, pur se richiusi durante il volo, comporta peso extra e riduce lo spazio disponibile per carburante e carichi utili. E questi aspetti rendono il drone meno adatto a missioni di lunga durata o a trasportare equipaggiamenti pesanti rispetto a modelli completamente a reazione come il Global Hawk. Per questo, secondo gli analisti, la nuova piattaforma sarà impiegata soprattutto in ruoli di sorveglianza e attacco leggero.