In acciaio, bambù e tessuto/non tessuto, le strutture di Obicua si montano in mezz’ora. Al loro interno si possono mettere docce di acqua sanificata
L’idea dei box in plexiglass anti-contagio non era piaciuta a molti. E con l’arrivo dei primi caldi e la stagione balneare alle porte, un’altra soluzione attuabile da alcuni stabilimenti balneari è quella proposta da Obicua. Con sedi a Roma e Milano, guidato da tre soci, Massimiliano Brugia, Valerio Campi e Lucia Catenacci, lo studio di architettura Obicua propone delle strutture in bambù e tessuto/non tessuto che s’ispirano alle tende utilizzate dai nomadi in Mongolia. “Lavoriamo anche in Mongolia e, in questa situazione di emergenza, abbiamo avuto l’idea di ricreare questa sorta di piccole cupole da posizionare sulle spiagge italiane per isolare i bagnanti senza rinunciare, comunque, a godersi il mare e l’estate”, racconta a StartupItalia il cofounder di Obicua, Valerio Campi.
Leggi anche: Estate 2020: al mare con le mascherine o rinchiusi in box di plexiglass?
Bambù e tessuto/non tessuto. Ecco le cupole
“Abbiamo pensato a una soluzione facilmente attuabile sia all’interno degli stabilimenti balneari che da parte dei privati”, afferma l’architetto Campi. La struttura proposta da Obicua, a cupola, per un diametro di 5 metri si può montare e smontare facilmente. “Basta mezz’ora di tempo per metterla in piedi. I pannelli, triangolari e modulari, si agganciano tra loro con delle clip. Con questo sistema è anche possibile unire, ad esempio, più strutture tra loro per creare un ambiente più ampio”, afferma il cofounder. Le stecche portanti sono in bambù mentre i nodi di aggancio in acciaio zincato. Lateralmente sono rivestite con un tessuto/non tessuto plastificato che Obicua sta mettendo a punto in questi giorni in collaborazione con altre imprese laziali. “Abbiamo pensato ad un materiale che, trattato, funzioni da filtro solare, evitando, quindi, di dovere installare all’interno della struttura anche l’ombrellone”, racconta l’architetto Campi. L’ingresso e la parte superiore della struttura rimangono, comunque, aperti (quest’ultima con la possibilità di essere coperta, qualora ci sia necessità, con lo stesso tessuto/non tessuto).
“La cupola progettata da Obicua non ha niente a che fare con le soluzioni già proposte in plexiglass – afferma l’architetto – Il plexiglass è comodo per la facilità con la quale può essere sottoposto ad igienizzazione, ma si opacizza facilmente. Il tessuto che stiamo studiando, invece, è sterilizzabile, lavabile e protegge dai raggi solari come un ombrellone, evitando quella sorta di effetto serra che, invece, produce il plexiglass”.
Obicua ha pensato anche ad un sistema che offre un po’ di refrigerio ai bagnanti senza che questi si debbano allontanare dalle cupole. “Una vasca in grado di raccogliere l’acqua di mare, sanificarla e, tramite canali irrigatori che passerebbero sotto la sabbia, distribuirla all’interno delle strutture presenti – spiega il cofounder – I bagnanti ne potrebbero usufruire tramite una doccia o un nebulizzatore“. Un’idea comunque molto dispendiosa per le tasche dei gestori degli stabilimenti che, sicuramente, non tutti potranno permettersi.
L’idea arriva dalla Mongolia
Il team di Ubicua, che lavora anche in Mongolia, ha tratto ispirazione delle tipiche tende che i nomadi utilizzano durante gli spostamenti: le guer. Si tratta di strutture rotonde, molto leggere e facilmente smontabili, fatte di legno e coperte di teli e feltro tenuti insieme da corde. Le guer sono molto flessibili, per essere ripiegate facilmente e caricate sui carri nei periodi di transumanza stagionale, ma allo stesso tempo anche resistenti, per sopravvivere ai numerosi montaggi e smontaggi. E sono ecologicamente sostenibili e all’avanguardia. Essendo costituite da un unico ambiente, necessitano di una quantità davvero modesta di combustibile per il riscaldamento. Si pensi che, tra l’altro, sono migliaia le famiglie di pastori che utilizzano pannelli solari ed energia eolica ed è proprio grazie a questi avanzati sistemi se possono anche guardare la TV per qualche ora al giorno.
“La struttura che proponiamo si presta a successivi molteplici usi – afferma l’architetto – Ad esempio, si può mettere in giardino, per ripararsi dal sole durante le belle giornate, utilizzare come sorta di gazebo, o, ancora, come pezzo di design in ambienti chiusi“.
La distribuzione
“Contiamo di terminare il prototipo in un paio di settimane, anche perché abbiamo il materiale necessario a nostra disposizione. Il costo della cupola si aggirerà, approssimativamente, sotto i 500 euro“, afferma l’architetto Campi.
“Le richieste stanno arrivando da tutta Italia, principalmente da parte di gestori e proprietari di stabilimenti di fascia medio-alta che hanno ampio spazio per posizionare le nostre strutture”, afferma il cofounder. Già, perché, inevitabilmente, alcune zone d’Italia saranno penalizzate. Si pensi, ad esempio, alle tante spiagge liguri di piccole dimensioni dove non ci si potrà permettere il lusso di installare queste cupole. “Inoltre, stiamo ideando anche divisori da adottare nei ristoranti diversi da quelli già proposti in plexiglass”, conclude l’architetto Campi.