Da Giants Software il seguito di una saga dalle radici robuste
La vita di campagna non è fatta di rivoluzioni. Sono le abitudini e la disciplina a determinare il successo o l’insuccesso. Senz’altro potreste introdurre nuovi macchinari e un sistema di intelligenza artificiale per tenere sott’occhio l’irrigazione e capire dove e quando bisogna dare acqua. Ma dovreste sempre e comunque fare i conti con l’orologio della natura. Forse è per questo che Farming Simulator 22, la serie metro di paragone quando si ha sotto mano un titolo che simula la vita del contadino, non è un videogioco che sorprende. Edizione dopo edizione ci si sveglia in una trattoria, con buone intenzioni in testa e un sacco di lavoro da fare nei campi. Abbiamo testato il titolo sulla next gen di Xbox, per vedere se gli scenari inseriti dagli sviluppatori di Giants Software sarebbero stati o meno in grado di stupire i nostri occhi. Purtroppo manca un panorama davvero italiano: in Farming Simulator 22 possiamo scegliere tra le profonde campagne degli Stati Uniti, oppure giocare più in casa barcamenandoci tra i campi francesi o tedeschi. Fate alla svelta a decidervi però, le mucche mica si mungono da sole.
Farming Simulator 22 è come un robusto albero di campagna che continua a crescere basandosi sulle solide certezze che hanno fatto la fortuna di questa serie. Il videogioco è complesso come gli antenati old gen e non ci sono novità rivoluzionarie nell’ultimo arrivato. Nulla, quantomeno, che abbia reso più facile la vita di noi contadini col pad in mano. Gli sviluppatori hanno avuto la brillante idea di inserire le stagioni, costringendoci così a tenere conto di un’altra variabile non da poco. La primavera non è come l’autunno e dunque il raccolto potrebbe penalizzarci o premiarci in base alle nostre scelte. Il lavoro sodo di campagna si è inoltre arricchito di altre attività come l’apicoltura e la viticoltura.
Siccome siamo contadini e imprenditori che devono portare avanti la baracca, Farming Simulator 22 ha previsto anche un sistema di vendita del raccolto più simulativo. Si potrà, per esempio, distribuire i prodotti della terra tra negozi e supermercati sparsi sul territorio. Un menu di attività ricco, che non spaventerà di certo gli appassionati della serie, ma che rischia inevitabilmente di intimorire chi è soltanto incuriosito da un titolo così vasto. C’è un tutorial, ovviamente, nel quale si impara a manovrare i veicoli pesanti nei campi, ad agganciarci rimorchi. La fretta, sappiate, è una cattiva consigliera e il rischio frustrazione è dietro l’angolo se non saprete fare scorta di pazienza e precisione.
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Uno degli aspetti più divertenti e iconici della saga di Farming Simulator è rappresentato dai veicoli. Il garage di mezzi a disposizione nel nuovo capitolo è stato rimpinguato di bestioni a quattro ruote che ci saranno preziosi per le faccende quotidiane. Ogni trattore, ogni mietitrebbia, ogni mezzo è stato ripreso fedelmente, rispettando a pieno l’anima simulativa del videogioco. Parlavamo all’inizio della grafica: purtroppo il lavoro di sviluppo non ha fatto fare il salto di qualità che si poteva aspettare per la next gen. Il mondo contadino è senz’altro nitido e piacevole, con colori sgargianti. Ma nulla da rimanere a bocca aperta.
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Gli appassionati di Farming Simulator sono comunque tanti e il titolo si difende alla grande sulle varie piattaforme. L’esperienza è sicuramente hardcore perché tocca vette davvero alte di difficoltà nella gestione e nella programmazione delle attività. Chi tra noi, lavoratori di città, si è sentito più di una volta sommerso dai task da portare a termine non ha proprio alcuna idea di che cosa significhi – già soltanto in console – occuparsi di un’azienda agricola.