Dopo The Legend of Zelda un’altra saga Nintendo irrompe nel campo dei Musou di Tecmo Koei e Omega Force
La serie dei Musou sta passando una fase un po’ di stanca, tutt’ora testimoniata dallo scarso appeal di Dynasty Warriors 9 Empires (lo abbiamo recensito qui). Tuttavia, quando si fonde con le saghe Nintendo (l’ultima incursione ne La leggenda di Zelda risale a fine novembre del 2020, con l’ottimo Hyrule Warriors, letta la nostra recensione?), sembra di colpo rinvigorirsi. Come se la caverà in questa inedita commistione con Fire Emblem che dà vita a Warriors Three Hopes, in uscita oggi su Nintendo Switch?
Fire Emblem Warriors Three Hopes, tre casate per un regno
Per l’occasione, Tecmo Koei e Omega Force rispolverano contesti, personaggi, scenari e trame del recente Fire Emblem: Three Houses di cui questo titolo si pone come spin off e costola narrativa. Per non fare danni nella sinossi principale, spiegata nell’originale, i giapponesi hanno fatto ricorso al loro espediente preferito, già sfoggiato a più riprese in Hyrule Warriors: l’universo parallelo. In questo modo, gli sviluppatori si sono tenuti le mani libere impalcando le strutture narrative più disparate. Il risultato è il classico polpettone nipponico, a volte eccessivamente ridondante, ma i colpi di scena non mancano e dobbiamo ammettere che il gioco riesce a coinvolgere, portando l’utente in diverse occasioni a proseguire solo per scoprire che succederà di lì a breve.
Tutto nuovo pure il personaggio principale, Shez, di cui potrà solo essere definito il sesso: un mercenario alla ricerca di risposte e di vendetta in seguito a una brutale sconfitta per mano del misterioso Flagello Cinereo. Dopo aver incontrato i tre futuri sovrani delle nazioni che governano il Fódlan, Shez si ritrova rapidamente invischiato in un conflitto che determinerà il futuro del continente, dovendo scegliere in quale delle tre potenti case dell’Accademia Ufficiali arruolarsi.
Potrete entrare nei Leoni Blu del Sacro Regno di Faerghus, nelle Aquile Nere dell’Impero Adrestiano o nei Cervi Dorati dell’Alleanza del Leicestere, a seconda degli attributi che preferite potenziare e dell’approccio al gioco che vi risulta più famigliare. Dopodiché, dopo una rapida occhiata alla mappa e ai territori occupati o bisognosi d’aiuto, sarete pronti alla battaglia.
E le battaglie non mancheranno certo. Del resto, Fire Emblem Warriors Three Hopes è un Musou e, al netto di barre da riempire a suon di combo per entrare in trance, si regge sulla canonica formula che prevede di affettare migliaia di soldati tutti uguali tra loro, in scontri che non sembrano avere fine e che ci imporranno di scorrazzare da una parte all’altra delle arene, più o meno intricate, comandando gli alleati o impersonandoli direttamente. Apprezzabile la sterzata verso il genere degli action RPG, che introduce una profondità inattesa, specie per ciò che concerne il sistema di “job“.
Di contro, il povero Switch è costantemente in affanno con tutti quei soldati che affollano il campo di battaglia e la decisione di ridurre al minimo la complessità poligonale di personaggi (a eccezione di quelli principali) e di bloccare il frame rate a 30 fps non riesce a evitare rallentamenti davvero vistosi, destinati a peggiorare se si gioca a due, con lo schermo diviso in split. Tutto ciò fa il paio con una grafica che tende troppo alle tonalità marroncine, rivelandosi non solo piuttosto spenta, quasi da Nintendo Wii, ma pure poco leggibile in portabilità.
Al netto delle sbavature sul fronte tecnico e grafico, Fire Emblem Warriors Three Hopes è un Musou solido e convincente, che sorprende soprattutto per via della sinossi, capace di incardinarsi con rispetto nella decennale saga Nintendo.