Una nuova app permette di andare oltre le etichette alimentari effettuando l’analisi scientifica di un cibo. L’obiettivo di Edoapp è conoscere la salubrità degli alimenti. Il segreto? Sta in un algoritmo
Edoapp permette di effettuare un’analisi della “salubrità” di un cibo incrociando i dati dell’etichetta con le ricerche effettuate da importanti istituti di ricerca. «Oggi giorno si tende a spettacolarizzare il cibo, il gusto e l’estetica della portata diventano i protagonisti e gli chef sono delle star. Edoapp pone l’accento su un aspetto differente, considerando il cibo su un piano prettamente scientifico e salutistico», queste le parole di Luciano Venezia, Ceo e Founder di Edoapp, un’applicazione innovativa che permette di conoscere la composizione di un alimento dall’analisi del suo codice a barre.
Oltre le etichette
Edoapp va oltre l’etichetta alimentare, facilitandone la comprensione e rielaborandone le informazioni in modo chiaro, ma scientificamente puntuale. «Le etichette dei prodotti sono complesse, servono competenze scientifiche non indifferenti per comprenderle in modo completo. Il nostro algoritmo ha proprio questa missione: permettere alle persone di abbracciare l’approccio scientifico al cibo, ma in modo semplice», commenta Venezia.
Un algoritmo personalizzato
Il cuore di Edoapp è costituito da un algoritmo, che non è standard, ma varia in funzione dei diversi studi che vengono effettuati dai centri di ricerca più importanti nel settore. «Calibriamo i parametri presenti in Edoapp seguendo le indicazioni di importanti istituti come il Sinu, la Società Italiana di Nutrizione Umana», spiega Venezia. «Soppesiamo ogni studio, analizzandolo approfonditamente. Di recente, per il sensazionalismo creatosi attorno alla carne rossa lavorata, abbiamo assunto una posizione chiara: le porzioni consigliate dagli organi istituzionali per quest’alimento non sono cambiate, questo è l’aspetto determinante. In questo caso, quindi, l’informazione andava filtrata e controllata, nessuno ha detto che la porzione standard di carne rossa sia cancerogena, si parlava di consumi al di sopra delle dosi consigliate. Quindi, il dato non è cambiato, la porzione consigliata dai Larn è rimasta 100 grammi».
Parametri più precisi
Edoapp non considera i dati relativi alle porzioni standard riportati «sulle etichette (di solito 100 grammi), ma usa parametri più precisi; usiamo due dati fondamentali», continua Venezia: «il valore per porzione, particolarmente importante nei prodotti monoconfezionati e, quando manca, ricorriamo alla banca dati dell’ex -Inran, ora Crea, che offre porzioni standard per ogni categoria di alimento».
Il far west delle etichette alimentari
Da un anno a questa parte, la questione delle etichette alimentari è nettamente migliorata, grazie al Regolamento Europeo 1169/2011, entrato in vigore in Italia il 13 dicembre 2014. «Prima dell’entrata in vigore di questa normativa, circa il 50% delle etichette alimentari era incompleta o non corretta», precisa Venezia. Lanciata solo un anno fa grazie dall’incubatore di startup Cesenalab, Edoapp può oggi vantare 250.000 iscritti. «La situazione all’estero è molto diversa», racconta Venezia. «Le app che contribuiscono a migliorare la salute e l’educazione alimentare dei cittadini vengono spesso realizzate con l’appoggio di enti pubblici. Questo accade negli Stati Uniti, in Germania e in molti altri paesi. Il nostro obiettivo è ora quello di rendere Edoapp ancora più evoluta, trasformandola in uno strumento on demand, che permetterà di avere un approccio del tutto personalizzato all’alimentazione. Sarà possibile inserire intolleranze e gestire regimi dietetici particolari, come quello vegano o vegetariano. Queste nuove implementazioni saranno a pagamento, mentre l’app già esistente rimarrà gratuita. Vogliamo creare una rete di professionisti attorno a Edoapp, che diventi un punto di riferimento per le persone che vogliono avere un approccio consapevole all’alimentazione».