Com’è nata e cresciuta l’applicazione sviluppata da Valentina Picco e Mattia Confalonieri con più di un milione di download
Ti offre ricette per tutti i palati, ognuna con foto e descrizione del procedimento, tempi di preparazione, numero di portate e grado di difficoltà. Non solo. Puoi scegliere cosa cucinare in base al colore del risultato che avrà il piatto finito, creare una lista della spesa aggiungendo le cose da comprare direttamente dalla ricetta che vuoi, inviare le proprie ricette per vederle pubblicate, e condividere le ricette sui social. Stiamo parlando di Piccole ricette, app (un milione e 700 mila download) sviluppata da Valentina Picco e Mattia Confalonieri, che oltre alle ricette del giorno hanno pensato anche all’introduzione di video (speciali però). E c’è perfino il convertitore di teglie: se nella ricetta ci sono gli ingredienti per uno specifico tipo di teglia, è possibile convertire la quantità di ogni ingrediente da utilizzare a seconda delle misure della teglia che si possiede.
La menzione di Apple come app della settimana
La storia di Piccole ricette nasce dall’idea di Valentina Picco e Mattia Confalonieri, che fino a 4 anni fa si occupavano di grafica editoriale. Il progetto è nato dalla passione di Valentina Picco per la cucina. «Il primo anno abbiamo lavorato in notturna, continuando a mantenere anche la nostra precedente occupazione. I nostri fine settimana e le notti erano dedicati a Piccole Ricette. Lavorando entrambi in campo editoriale, inizialmente abbiamo lanciato una sperimentazione, una promo per dimostrare come fosse possibile fare editoria nel digitale andando oltre al Pdf e sfruttando le potenzialità di un’ app», spiega Confalonieri. Inizialmente l’app conteneva un centinaio di ricette, ma il promo (complice la crisi dell’editoria italiana e la difficoltà di innovazione del settore) non raccolse i feedback sperati. «L’app invece andave bene, i download erano parecchi. Il primo importante riconoscimento è stato quello di Apple, grazie all’inserimento nello store e alla menzione come app della settimana, fattore che ci ha aiutati ad avere maggiore visibilità».
Piccole Ricette cresce
Impegnati a gestire anche il loro lavoro editoriale, Valentina Picco e Mattia Confalonieri hanno fatto crescere Piccole Ricette gradualmente, il primo anno le nuove ricette erano poche alla settimana. «Ogni ricetta comporta un lavoro non indifferente: vanno scritte, testate, fotografate. Il secondo anno abbiamo visto che le cose iniziavano a funzionare, abbiamo introdotto la pubblicità e deciso di dedicarci interamente al progetto» spiega Valentina Picco. L’obiettivo era una ricetta al giorno. «I nostri utenti utenti possono commentare all’interno dell’app e pubblicare le foto dei piatti che realizzano. Questo è stato fondamentale per aumentare l’engagement del pubblico. Siamo inoltre molto presenti: rispondiamo subito ai commenti e alle domande, creando un servizio one to one» dice Confalonieri.
Le video ricette (anche in musica)
Poi l’introduzione delle video ricette. «Volevamo fare qualcosa di diverso rispetto al classico mezzo busto americano – spiega Valentina Picco – creando una sorta di videoclip. Nei nostri video, non spieghiamo nulla, ma le parole in sovraimpressione hanno un accompagnamento musicale: un modello che si discosta dal classico video di ricette. Un concetto più ludico che didascalico». Da novembre 2015, le video ricette sono diventate un appuntamento settimanale per gli utenti dell’app. Nel video, però, non tutto è come sembra. «Il cibo trattato per i video è un cibo che non può essere mangiato. Se, ad esempio, la scena in cui mettiamo il sale nella pentola non viene bene dobbiamo magari ripeterla otto volte e chiaramente poi la pasta non può essere buona. Parlando di colori, per far risultare il colore della pasta in video simile a quello che ha la pasta reale, che si ha nel piatto al momento del pasto, la pasta dev’essere usata quasi cruda. Se per un video usiamo pasta cotta, i colori sono sbiaditi e slavati. Chiaramente l’immagine perderebbe di appeal. Per le fotografie, invece, il discorso è diverso: solitamente il cibo che viene fotografato si può poi consumare» spiega Confalonieri.
Self made team
Piccole Ricette è stata creata da quello che potrebbe essere definito un self made team: Valentina Picco e Mattia Confalonieri hanno lavorato da soli a ogni aspetto del business: dalla creazione del sito allo sviluppo dell’app, dalla scrittura delle ricette alle riprese. Confalonieri ha passato sei mesi ha studiare il codice per sviluppare l’applicazione, mentre ancora era impiegato come grafico pubblicitario, mentre Valentina Picco si è specializzata nelle ricette. «Scrivere ricette per gli altri è molto diverso che scriverle per sé – racconta – quando si scrive per sé, si usano poche parole per ogni ricetta, mentre quando lo si fa per gli altri bisogna far capire ogni passaggio, le consistenze e vanno inserite le possibili sostituzioni». Una delle varianti più richieste è il “senza glutine”. «Le persone hanno molti bisogni diversi. Spesso quando provo una ricetta, la testo anche senza glutine per vedere se funziona».
Anche la chat (su Telegram)
Secondo gli ultimi dati, l’app ha avuto finora un milione e 700mila download. Ogni sera, quando viene pubblicata la ricetta, Confalonieri e Picco sono impegnati nei contatti. «Lo definiamo il terzo turno, ma la sera fino a che non andiamo a letto siamo impegnati a rispondere alla nostra community. Non esiste il concetto dello staccare, forse perché Piccole Ricette è diventata per noi molto di più di un lavoro. Rispondere agli utenti non è una mansione lavorativa, è interagire con persone che ci seguono ogni giorno da molto tempo», spiegano Picco e Confalonieri. Da poco, Piccole Ricette ha lanciato anche una chat, esterna all’app che va su Telegram e permette alla community di confrontarsi. «Abbiamo un rapporto molto onesto coi nostri utenti. Loro sanno che le nostre forze lavoro sono limitate e che le nostre risorse economiche non sono legate a grandi numeri. Non c’è la distanza che solitamente si ha tra chi crea un’applicazione e l’utente che poi la usa. Abbiamo un rapporto diretto con loro, è il punto di forza di Piccole Ricette», spiega Confalonieri.
Non solo una faccenda di fatturato
Ma in che modo è cresciuta Piccole Ricette? «Siamo stati autodidatti, non immaginavamo neanche che qualcuno potesse finanziare una startup – spiega Confalonieri – nella nostra idea, c’era il fare impresa coi capitali che si possiedono, pochi o tanti che siano. E vogliamo continuare così, come abbiamo iniziato: ho conosciuto startup che hanno ricevuto dei finanziamenti e l’idea che mi sono fatto è che se si riceve un investimento è molto importante capire da chi arriva. È sempre bene sapere e capire se chi ti sta dando dei soldi comprende quello che vuoi fare. Per come sono andate le cose, non ci saremmo potuti trovare bene con un finanziatore che chiedeva risultati immediati. Tendo a mettere molte più risorse del necessario, in termini di fatica, in quel che faccio, perché c’è qualcosa di più alto a cui voglio aspirare. La parte imprenditoriale, i più e i meno sono importanti, ma questa per me è ancora editoria e non possiamo ricondurla a una faccenda di mero fatturato».