Altri 60 milioni di dollari (da Singapore Temasek) per il concorrente dei giganti delle recensioni online. Nuove assunzioni previste in Italia, dove già lavorano 35 persone
Continua la battaglia del restaurant discovery. Il gigante indiano Zomato – quasi un milione e mezzo di locali schedati in 22 Paesi – ha appena comunicato di aver ricevuto un maxifinanziamento di 60 milioni di dollari in un nuovo round di raccolta fondi. Stavolta, a scommettere sulla piattaforma – disponibile su desktop e app iOs, Android e Windows – è il fondo Singapore Temasek con la partecipazione di Vy Capital. La notizia ha una certa rilevanza anche per l’Italia, uno dei mercati sui quali Zomato sta scommettendo di più – tanto da essere sbarcata lo scorso marzo dopo l’acquisizione di Cibando – e dunque parte di questa nuova liquidità servirà anche a far crescere il business tricolore. La sfida a Tripadvisor e Yelp è insomma più calda che mai.
Superata quota 220 milioni di dollari
Il gioco, infatti, comincia a farsi serio. I milioni di dollari raccolti dalla società lanciata nel 2008 da Deepinder Goyal e Pankaj Chaddah (oltre tremila dipendenti e più di 90 milioni di visite mensili) sono ormai oltre 220, considerando i precedenti round di finanziamento firmati Info Edge, Sequoia India e della stessa Vy Capital. In Italia i locali censiti sono 20mila e l’applicazione è disponibile per trovare quello più adatto ai propri gusti del momento su Roma e Milano. Ci lavorano 35 persone e per i prossimi mesi si prevedono ulteriori assunzioni.
Oltre all’espansione nei nuovi mercati – negli Stati Uniti è per esempio arrivata dopo aver ingioiato Urbanspoon – la benzina appena arrivata potrebbe servire per approfondire altri ambiti di business: dalla consegna del cibo, già introdotta in India e, proprio la scorsa settimana, a Dubai, ai meccanismi di pagamento online – sperimentati in altri ambiti del Medio Oriente – fino alle prenotazioni.
Come funziona Zomato
Il segreto di Zomato è ovviamente il funzionamento, più ricco e articolato di servizi simili. I profili utente, per esempio, da gestire con una logica da social network per diventare un autentico Foodie. Magari aggiungendo fotografie o strappando il titolo di “re” o “regina” di un quartiere se hai recensito diversi locali della stessa zona. Allo stesso modo, puoi seguire e farti seguire. C’è insomma il meccanismo dei follower e dei following, alla Twitter. Ci metti la faccia (ammesso che sia la tua) e un nome. I giudizi e le recensioni anonime sono quanto più possibile marginalizzati.
Allo stesso modo dei social, ogni utente compone attraverso le sue recensioni un Viaggio Gastronomico. Si tratta in sostanza della bacheca sulla quale vengono registrati tutti i giudizi e le attività. Una sorta di zibaldone alimentare che rende l’esperienza culinaria più intima e costruisce un percorso fra locali, bar, ristoranti e trattorie (per ora di Roma e Milano). Dalle piattaforme alla Facebook Zomato ha tratto anche la possibilità di fare check-in, cioè registrarsi in un certo posto (anche dopo un po’ di tempo) oppure commentare recensioni lasciate da altri. Dunque, invece che di un elenco, si realizza un’interazione dal basso che distingue la piattaforma da altre simili.
Ultimo aspetto è la migliore sistematizzazione delle informazioni. Le pagine dei locali sono estremamente precise, alcune includono i menu, e possono essere ricercate per quartiere o per tipo di cucina o di pasto: colazione, pranzo, cena, take away, drink e vita notturna e così via. Divertenti anche le Collezioni, che sono un po’ il contraltare delle playlist su servizi come Spotify: Stasera aperitivo o All’aria aperta. E giù dritte e consigli, in base all’umore, su dove sfogarsi a dovere. Questa strategia ha un nome: curation. L’utente, in cambio del suo contributo, riceve un’assistenza continua sui posti in cui andrà a pranzo o cena.
Nuovi fronti: prenotazioni, pagamenti, espansione, giro d’affari
“Sfrutteremo questo round per investire nei nuovi ambiti come le ordinazioni online, le prenotazioni, i punti vendita e la piattaforma Whitelabel – ha spiegato Goyal alludendo alla piattaforma per consentire ai ristoranti di alimentare i propri affari online costruendo app affiliate a Zomato – la capitalizzazione ci dà sicurezza per almeno un paio di anni. E siamo fieri di avere Temasek fra i nostri partner. L’obiettivo è costruire una delle più grandi food-tech company del pianeta”. Le ordinazioni online arriveranno nel giro di questo mese in Australia e Sudafrica, le prenotazioni dei tavoli partiranno sempre in Australia e Regno Unito. Ai servizi si aggiungono gli investimenti in altre startup più piccole come le indiane Pickingo e Grab o le alleanze con gruppi di consegna locali come Delhivery.
L’interesse è più che comprensibile: basti pensare, solo per concentrarci su uno di questi nuovi fronti, che il giro d’affari del food delivery vale circa 94 miliardi di dollari nel 2015, in crescita di quattro rispetto all’anno scorso e con tassi d’aumento simili previsti per i prossimi anni. Quanto a quello del restaurant discovery, è evidentemente più complesso da stimare: “Possiamo solo dire che è molto grande – dice a The Food Makers l’italocoreano Guk Kim, country manager italiano – se analizziamo le spese effettuate con Bancomat e carte di credito, più della metà ogni mese viene speso in cibo: ristoranti, pizzerie, gelato, supermercati e così via. Quindi è un mercato difficile da quantificare ma è molto molto grande. Si può d’altronde valutare anche dalla quantità di investimenti che vengono fatti in questo settore“.
Assunzioni in Italia
“Questo nuovo investimento è la prova del fatto che stiamo procedendo nella direzione giusta e testimonia la fiducia riposta in noi dagli investitori, che credono nella nostra visione – conclude Kim – il nostro obiettivo principale è diventare il ponte e il collegamento ideale tra consumatori e ristoratori. Grazie a questo investimento, inoltre, il business in Italia continuerà a consolidarsi e anche il team vedrà un’ulteriore crescita, con un aumento delle assunzioni già nei prossimi mesi. Infine, il budget a disposizione sarà importante per progettare e sviluppare nuovi prodotti con il fine di mettere in contatto in modo sempre efficace i ristoratori con i loro clienti”. In programma il balzo da 35 a 60 dipendenti entro l’anno con il superamento della soglia dei 200 dipendenti nel giro di un biennio. Gli ambiti più cercati sono nell’ambito commerciale, social media, design e pubbliche relazioni.