Abbiamo setacciato i social per vedere se l’argomento privacy sta ancora tenendo banco o se è già stato archiviato
Riprende la collaborazione del Giovedì con StartupItalia! in cui, insieme al team di The Fool e alla piattaforma Crimson Hexagon, nostra partner ufficiale, analizziamo le conversazioni degli utenti per vedere come rispondono online ad argomenti di attualità. Questa settimana il team si è concentrato sull’analisi social e web legata al GDPR, la normativa europea entrata in vigore il mese scorso. Se ne parla ancora in Italia dopo il 25 Maggio? In che termini?
25K conversazioni su Twitter
Abbiamo impostato un perimetro d’analisi che ha preso in considerazione le ultime 4 settimane per vedere cosa è emerso in lingua italiana tanto da Twitter quanto da Instagram. Le conversazioni totali si sono assestate intorno alle 27.000, con uno sbilanciamento notevole verso Twitter che da solo conta più di 25.000 conversazioni a riguardo.
GDPR, ne parlano soprattutto gli esperti di cybersecurity
Fra i Top Influencer di Twitter abbiamo trovato diversi account con un tono satirico come Dioeglizilla, Dio, Terza Nota e Factchecker. In seconda battuta abbiamo trovato personaggi rilevanti attivi nell’ambito della cybersecurity, del giornalismo e dei social media come Baldo Meo, Carola Frediani, Franz Russo e Paolo Attivissimo.
Ma non manca la satira…
Fra i maggiori Top Retweet abbiamo trovato quelli di DioDegliZilla e di Dio che hanno trattato in modo molto ironico la tematica, sottolineando quanto la questione sia diventata capillare nelle ultime settimane.
Fra i Top Hashtag possiamo ritrovare #GDPR, #privacy, #GDPRday, #DataProtection, #GDPRcompliance, #DPO, #25maggio, #dati, marketing e #business, che richiamano i temi maggiori a cui GDPR è, ovviamente, correlato.
Emerge, quindi, che il discorso GDPR sia tuttora attivo, con dei volumi calanti rispetto alla data d’introduzione della normativa, che ha registrato ovviamente il picco maggiore. Le conversazioni si sono spostate verso un tono maggiormente ironico legato alla mole di informazioni, mail e newsletter inviate agli utenti.
Leggi anche: Aquarius, la Spagna: “Roma risponderà in giudizio”. Ecco cosa rischiamo