La recensione di un titolo sviluppato da tre fratelli svedesi amanti dello snowboard
La primavera è alle porte e questi sono gli ultimi giorni per concedersi una discesa a rotta di collo lungo crinali innevati. A meno che non siate poltroni come noi e che sci e snowboard non li calziate solo nei videogiochi. In quel caso, domani uscirà su Nintendo Switch e PC (via Steam) un titolo che promette di farci divertire sulla neve anche in piena estate (alla faccia di Greta e del riscaldamento): Grand Mountain Adventure: Wonderlands.
Siamo su, a 1003, in Grand Mountain Adventure: Wonderlands
Sviluppato dalla startup svedese Toppluva, che si compone di tre fratelli appassionati snowboarder e prodotto dalla francese Microids, Grand Mountain Adventure: Wonderlands è un titolo arcade fin nel midollo ma non per questo leggero e incapace di intrattenere a lungo e di offrire la giusta sfida.
Il gameplay, di fatto, è il medesimo già visto nell’ottimo Lonely Mountains Downhill (qui la nostra recensione) della startup tedesca Megagon Industries di Jan Bubenik e Daniel Helbig. Al posto della mountain bike, qui si affrontano discese in modo spericolato con sci e snowboard ai piedi. La decisione degli sviluppatori di ricorrere alla visuale a volo d’uccello da un lato spinge il titolo verso l’arcade, ma dall’altro permette, saggiamente, di farlo girare su piattaforme poco potenti (nasce su Android ed è arrivato su iOS nel 2020) mantenendo al contempo un buon rapporto tra resa estetica e velocità di aggiornamento dell’immagine.
L’aspetto più peculiare di Grand Mountain Adventure: Wonderlands è la sua natura open world: benché infatti si componga di 12 strutture sciistiche (include tutti i DLC della versione mobile) posizionate ai quattro angoli del globo, le montagne sono esplorabili liberamente, in alto e in basso (ovviamente per risalire bisogna affidarsi agli impianti) a caccia di sfide, di extra e di piste segrete.
All’inizio può risultare un pizzico dispersivo, abituati come siamo alla navigazione via menu dei titoli sportivi che permette di catapultarci direttamente nell’azione, ma bastano pochi secondi per comprendere dove bisogna andare, tanto più che le piste si sbloccano in successione, vincendo le sfide nelle varie modalità (slalom Super G, Slopestyle, Big Air…).
Due i difetti principali di Grand Mountain Adventure: Wonderlands. Il primo riguarda la visuale, a dir poco schizofrenica: basta inclinare un po’ troppo lo stick perché schizzi attorno al nostro atleta, facendoci perdere l’orientamento e venire il mal di mare (in alta montagna, già…). E, dal momento che, per simulare al meglio la discesa sugli sci, il gioco chiede di muovere continuamente lo stick come se si ciaspolasse, è chiaro che in qualsiasi momento si può esercitare involontariamente una pressione maggiore che spinga la telecamera virtuale a credere che abbiamo repentinamente cambiato direzione, rallentandoci per diversi, preziosissimi, istanti o, peggio, facendoci mancare una porta (che equivale a dover rifare l’intera competizione).
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Il secondo difetto riguarda invece le collisioni, tutt’altro che perfette, soprattutto con gli altri sciatori: le piste abbondano di altri sportivi, ma il più delle volte scontrarsi con loro comporta solo un dimezzamento della velocità. Anche le valanghe, anziché sommergerci, talvolta sortiscono il medesimo effetto, mentre capita di morire per un salto di qualche metro in cui, complice una visuale non troppo vicina al nostro sciatore, evidentemente non siamo atterrati a regola d’arte.
Il risultato finale è un titolo arcade, ma non per questo facilone e caciarone, capace di rappresentare tanto un passatempo per partite frenetiche, magari in pausa pranzo, o rilassante, al termine di una giornata di lavoro intensa (c’è la modalità Zen), quanto una sfida per tutti coloro che cercano qualcosa di avvincente e stimolante. Ottimo lavoro.