Un prodotto che ha nel rapporto qualità – prezzo la propria stella polare. Mancano connettività bluetooth e audio surround ma le assenze vengono compensate dalla qualità dei materiali e dalla solidità dell’accessorio
Suono tridimensionale e pulizia d’audio, soprattutto nel parlato, essenziale quando c’è da coordinarsi con i propri compagni di squadra nei deathmatch più indiavolati. Che si parta alla conquista di qualche regno medievaleggiante, si prepari una sortita militare o si affrontino orde di zombie, le cuffie (assieme a un ottimo mouse sufficientemente reattivo e a una tastiera all’altezza, se si gioca su PC) sono elemento essenziale per giocare online. Non si può infatti pensare di buttarsi nella mischia affidandosi all’audio integrato del proprio portatile o del televisore: soprattutto in quest’ultimo caso non avremmo modo di comunicare perché mancherebbe il microfono. Abbiamo avuto modo di provare un prodotto ad hoc di Trust, il GXT 433 Pylo, per diversi giorni. Non il top di gamma ma una offerta studiata per tutte le tasche. Ecco il resoconto.
Alla scoperta di GXT 433 Pylo
Abbiamo messo alla prova il GXT 433 Pylo in diverse situazioni: partite serali e call da smart working diurne. Che si stessero squartando orchi, crivellando di proiettili pericolosi terroristi o si provasse semplicemente a combattere il sonno mentre le voci monocorde dei colleghi nel primo pomeriggio facevano il punto della situazione sul lavoro fatto finora e cosa restasse da fare, il prodotto di Trust in ogni situazione restituisce all’orecchio voci nitide e chiare. E anche il microfono sembra aver fatto il suo.
Personalmente non sono un grande fan dei padiglioni over-ear parabolici in quanto tendono a far sudare l’orecchio e a sgretolarsi dopo qualche tempo, ma riconosco che quelli del GXT 433 Pylo non sono solo ampi e morbidi ma anche parecchio confortevoli, tendendo, dopo un paio di volte, ad adattarsi perfettamente alla forma delle nostre orecchie. Non ho avvertito alcun formicolio, come invece capita spesso con questo genere di dispositivi. Il fatto che i padiglioni prendano forma di conseguenza consente un isolamento dall’ambiente esterno pressoché totale.
Anche ad audio chiuso potrebbe piombarvi alle spalle un collega che urla che la redazione sta andando a fuoco che non lo sentireste. Ho notato inoltre che, rispetto a molte cuffie simili, il modello proposto da Trust risulta di gran lunga più leggero e non scarica eccessivamente il proprio peso sul collo. Che comunque alla lunga si fa sentire, soprattutto se non si è abituati. Molto dipende da quanto dureranno i vostri deathmatch. All’interno dei padiglioni over-ear parabolici due unità altoparlanti da 50 mm che tendono a enfatizzare i bassi, restituiti in modo molto profondo e forse meno gli acuti acuti, resi particolarmente nitidi, ma un po’ ovattati. Ma in merito il solo vero limite è dato dal fatto che il suono restituito non è surround ma stereo.
Lungo il cavo a treccia di un metro con connessione multiuso che consente di collegare le cuffie non solo a PC, smartphone e tablet, ma ovviamente anche alle console (PS4/PS5, Xbox Series X/One e Switch – noi per esempio le abbiamo sfruttate per godere al meglio sia delle peregrinazioni del vecchio Arthur Morgan in Red Dead Redemption II, sia di Link in The Legend of Zelda – Breat of the Wild, due titoli che puntano molto sugli effetti sonori per creare un’atmosfera particolarmente avvolgente) troviamo il telecomando integrato con controllo del volume e l’interruttore che consente l’esclusione dell’audio del microfono.
Insomma, se si escludono le limitazioni tecniche date da un audio restituito ancora in stereo e dall’assenza di connettività bluetooth, features che avrebbero comunque inciso sul prezzo al consumatore, la resa del suono, la qualità del microfono e dei materiali confermano che si tratti di un prodotto che fa del rapporto qualità/prezzo la propria ragion d’essere. Difficile trovare di meglio in quel settore, se non sborsando inevitabilmente di più.
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