A Domodossola è nato il progetto Baullismo. I protagonisti sono gli animali che aiutano i ragazzi a creare un senso di comunità e rispetto. I dettagli raccontati dalla coordinatrice
I cani in aula per combattere il bullismo. Finora avevamo visto i fedeli amici dell’uomo in carcere, in ospedale ma a scuola contro questo fenomeno di violenza non era ancora accaduto. Il progetto ha un nome che la dice lunga “Baullismo” ed è stato ideato alla scuola “Don Milani” di Domodossola.
La filosofia di fondo è quella di creare il “branco” ovvero un senso di comunità che impedisca lo svilupparsi di batteri negativi, di valori opposti all’amicizia, al senso di appartenenza, al rispetto. Comprenderlo attraverso l’uso dei cani è più facile soprattutto quando si tratta di bambini di prima e seconda elementare che si avvicinano all’altro con tutti i sentimenti possibili compreso anche quello della paura.
Creare un branco ma nel senso buono
Qualcuno potrebbe trovare un po’ audace definire questa iniziativa un progetto contro il bullismo, ma chi l’ha portata in classe ha ben pensato a una sorta di attività propedeutica che possa davvero prevenire più che curare. Il compito della scuola d’altro canto è questo: fare in modo che il senso di comunità, di collettività sia più alto di quello individuale che porta alla nascita di rabbia, rancori, invidie ed altro ancora.
Il tutto è stato possibile grazie al Centro italiano consulenza relazionale del benessere animale e umano che ha messo a disposizione della scuola del personale qualificato e i cani. L’obiettivo degli esperti è quello di proteggere e istruire i bambini sul tema del bullismo favorendo il concetto di gruppo. Cosa si insegna?
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Il rispetto e il benessere per l’altro, il giusto metodo di avvicinamento e di interazione: elementi che sono essenziali nella relazione con il cane così come nel rapporto con i compagni di classe. I bambini sono aiutati a fare questo attraverso dei giochi di fiducia che vengono proposti alle classi. Un approccio sempre più usato nelle scuole italiane. Anche all’istituto “Umberto Primo – San Nicola” a Bari hanno deciso di usare i cani nei confronti dei bambini iperattivi. Il progetto in questo caso si chiama “Diamoci la zampa” ed è promosso dall’Aifa, l’associazione italiana famiglie ADHD attiva dal 2002 e che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale.
Lo scopo è favorire l’inclusione dei bambini diversamente abili a scuola ma anche di quelli iperattivi. All’attività partecipa tutta la classe e gli insegnanti sono coinvolti attraverso una formazione ad hoc. Fondamentali sono le relazioni che si instaurano tra i bambini e i cani che agevolano il confronto e l’accettazione di punti di vista differenti, ascoltando e comprendendo le consegne dell’adulto. Una bella lezione quella dell’uso degli animali che conoscono anche alla scuola “Montessori” di Brescia “Sorriso” dove i bambini allevano le galline. Un’attività che le maestre hanno trasformato in una vera e propria materia perché il rapporto con la natura aiuta gli allievi a creare un clima che permette la cooperazione. La stessa idea dell’orto didattico sottintende questo approccio pedagogico. Lo sa bene Sabrina Spadone, la maestra della “Don Milani” che ha seguito il progetto “Baullismo”.
Il progetto Baullismo raccontato da chi l’ha ideato
Com’è strutturata nella pratica quotidiana l’attività che avete messo in campo in questa scuola?
Abbiamo contatto due ragazze esperte cinofile che una volta a settimana vengono in classe con i cani che si sentono parte della classe. Chi aveva problemi con gli animali lo ha superato. I bambini iperattivi sono riusciti a calmarsi. Ho notato un grande miglioramento nell’aspetto psicologico di molti alunni proprio a partire da questa esperienza.
Perché l’uso degli animali a scuola è importante?
I cani hanno da sempre un grande significato. Creano un clima di gruppo. Lo vediamo già nei giochi fatti in aula. I bambini si devono presentare ai cani: da lì imparano a prendere fiducia. E dall’approccio con il cane sono riusciti anche ad avere più fiducia con i compagni, a creare un senso di appartenenza alla classe.
Come si chiamano questi “nuovi” amici?
Sono chiaramente tre cani addestrati: Giotto e Iris, Lion. Ho conosciuto questo progetto grazie alla scuola di mia figlia e avendo visto la positiva reazione di mia figlia ho pensato di proporlo anche alla “Don Milani”. Non mi sono sbagliata: a gennaio inizieremo una seconda fase con le classi terze. Estenderemo questa iniziativa ad altri alunni perché ci siamo accorti che ha una grande valenza. Dovrebbero rendersi conto in molte altre scuole di quanto è importante questo aspetto.
Ma mamme e papà come hanno reagito?
I genitori e i collaboratori scolastici sono rimasti stupiti. All’inizio non è stato semplice ma i cani molto docili, non destano alcuna minima preoccupazione. In questa scuola è la prima volta che entrano degli animali ma è stata una scoperta piacevole per tutti. I bambini sono i primi che hanno avuto una bella risposta ma la partecipazione da parte dei loro parenti e dei miei colleghi è un bel segno ed è la miglior manifestazione di simpatia nei confronti di un’iniziativa nuova e un po’ rivoluzionaria.
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