L’idraulico più famoso dei videogiochi ora è davvero italiano. La sua ultima avventura è firmata infatti dal team milanese guidato da Davide Soliani, uno degli sviluppatori di maggior talento al mondo
I festeggiamenti, negli uffici di Ubisoft Milan, sono andati avanti per tutta la notte e gli occhi degli sviluppatori italiani sono quelli di chi ha brindato parecchio, ma anche di chi, per quattro/cinque anni, non ha sollevato il naso dal PC. Una fatica ripagata dalla pletora di 9 – e anche qualche 10 – che stanno piovendo dalla critica specializzata di mezzo mondo.
Davide Soliani, Creative Direction di Mario + Rabbids: Sparks of Hope (qui la nostra recensione), ammette che anche questo secondo successo (il primo, Mario + Rabbids Kingdom Battle, risale al 2017) li ha colti impreparati: “Siamo ancora increduli, ora aspettiamo il 20 ottobre, quando il gioco arriverà sugli scaffali, per scoprire come sarà accolto dal pubblico”.
In attesa che il popolo dei gamer si esprima, il giudizio della stampa è unanime e conferma che la fiducia che Nintendo ha riposto nello studio di sviluppo milanese è stata nuovamente ben riposta. “Tutto il team sapeva di poter dare un piccolo contributo alla IP giapponese perché conosciamo Nintendo da tempo. Molti di noi provengono dal giornalismo videoludico e hanno recensito videogiochi per anni, mentre tutti noi siamo grandi appassionati di Nintendo e soprattutto di Super Mario”, racconta a StartupItalia Andrea Babich, Lead Narrative Designer (qui la nostra video-intervista) “abbiamo iniziato a lavorare a questo seguito subito dopo il debutto del primo: il riscontro che ha avuto il titolo del 2017 ci ha imposto di sfruttare quella scia… Ci è stato ridato indietro dai giocatori l’amore che avevamo profuso nel gioco”.
Kingdom Battle è stato giocato da oltre 7.5 milioni di utenti. Per questo nuovo capito l’asticella dunque è fissata ben più in alto, anche perché, mentre il primo era stato sviluppato interamente in Italia, ora la multinazionale francese ha voluto fare le cose in grande.
“In alcuni periodi hanno lavorato al progetto oltre 400 persone, tra gli studi di Milano, Parigi, Chengdu, Montpellier e Pune”, prosegue sempre Soliani. “Coordinare il lavoro di team che si trovano ai quattro angoli del globo naturalmente è stato sfidante, anche perché eravamo in piena pandemia”.
“Per sottolineare al meglio la differenza tra un mondo e l’altro, abbiamo voluto anche compositori differenti: Grant Kirkhope, Gareth Coker e Yoko Shimomura“, autori noti per aver lavorato a titoli tripla A come Banjo-Kazooie, Donkey Kong 64, 007 GoldenEye, Kingdom Hearts e Ori and the Will of the Wisps. “Mentre la colonna sonora sonora è stata registrata in Giappone”. Insomma, il cast dietro a Mario + Rabbids: Sparks of Hope è da produzione hollywoodiana.
“Quando abbiamo iniziato a lavorare a questo nuovo titolo ci è stata chiara subito una cosa: non doveva essere un semplice seguito ma un titolo completamente nuovo”, rivela Mauro Perini, direttore artistico, “per questo abbiamo creato quella che noi chiamiamo ‘Bibbia artistica’ con nuove atmosfere”.
Quanto al gameplay: “Abbiamo voluto creare un titolo strategico che piacesse a tutti, anche chi non adora il genere”, spiega Ugo Laviano, Game Design di Ubisoft Milan. “Il lavoro del mio team è stato proprio quello di dare al giocatore le regole che governano Mario + Rabbids: Sparks of Hope“. “La nostra sfida è stata sviluppare un gioco più frenetico ma che non si allontanasse comunque dal core degli strategici a turni”.
Ma ciò che inorgoglisce maggiormente il team meneghino è la rinnovata collaborazione con Nintendo per l’uso della sua IP più preziosa: “È stato incredibile – spiega Babich – la Casa di Kyoto ci ha letteralmente messo in mano i suoi personaggi e ci ha detto: fatene ciò che noi non ne abbiamo mai fatto”.
Il riferimento è, probabilmente, anche alle numerose gag demenziali che permeano l’intera avventura: “Non c’è mai stato il timore di sottoporle a Nintendo, anche se di norma i giapponesi hanno fama di essere molto seriosi. Le trovate comiche sono state studiate un po’ a turno da me, da Davide, dal team di animazione e dai concept artist. Un lavoro corale che fa capire quanto ci siamo divertiti lavorando al gioco”.