Lo abbiamo provato su Xbox Series X/S
Gli appassionati di storia contemporanea che ci stanno leggendo non devono perdersi la sceneggiatura di Industria. E neppure l’occasione di giocare allo sparatutto indie disponibile anche su Xbox Series X/S. Il 1989 non è stato soltanto un anno, soprattutto per chi viveva a Berlino est. La fine di un’epoca, che ci si trovasse da una parte o dall’altra del Muro, ha comunque investito le vite di tutti. Quello che nessuno immaginava potesse succedere da un giorno all’altro si è verificato e l’Unione Sovietica si è dissolta nel giro di pochissimo, dando sensazioni di libertà e al tempo stesso di vuoto difficilmente spiegabili. Ma in quest’occasione non parleremo della Storia e del capitolo finale del Novecento. Nora, la protagonista, si lascia presto alle spalle i fatti dell’autunno ’89, per entrare in un mondo ancora più sconosciuto. Pronti a scoprire il titolo di Bleakmill?
Al risveglio di Nora, una telefonata ci getta in un vortice di eventi: Walter, collega col quale la protagonista condivide anche una relazione, ci informa di quanto sta accadendo al Muro. L’uomo sembra pronto a portare a termine un’operazione tanto importante, quanto pericolosa. Senza troppi riferimenti iniziali e neppure una mappa su cui orientarsi, inizia questa avventura in prima persona, esplorando le stanze del nostro appartamento, ordinario. Scendendo le scale, però, ci immergiamo in un’atmosfera strana, che diventa poi inquietante quando arriviamo in strada. Il Muro sta crollando, ma non c’è nessuno in giro. Come è possibile?
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Una macchina della polizia sfreccia verso destra, diretta a un grosso edificio. Lì siamo diretti, per cercare di capire che cosa sta succedendo. Industria parte con l’esplorazione, e la raccolta di risorse preziose per orientarsi in un edificio dove politica e servizi segreti hanno messo in piedi qualcosa di incredibile. Non vogliamo farvi spoiler, perché nel corso del titolo avrete presto modo di capire che il videogioco non è una ricostruzione storica.
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A livello grafico si nota l’origine indie di Industria, un titolo che però ci è parso sufficientemente solido per un’esperienza che mescola combat system ed esplorazione. All’inizio Nora non ha armi, ma soltanto un inventario, tra cui frugare per trovare la soluzione a enigmi ambientali. Quando però il pericolo incombe, il videogioco si manifesta in tutta la propria maturità. Si è detto della chiara ispirazione ad Half Life, tra le pietre miliari del genere fps. Noi per atmosfere abbiamo anche riscontrato una certa somiglianza con Control, soprattutto per le note paranormali che accompagnano il nostro cammino.
Industria ci darà in mano asce per farci strada in edifici abbandonati, ma anche armi, necessarie per abbattere i nemici che incontreremo, macchine e soldati ripresi da un immaginario distopico. Divertente e adatto a chi non è abituato agli sparatutto in prima persona, l’esperienza è godibile per gamer che non sono alla ricerca dello scontro continuo stile DOOM. In effetti il titolo punta molto sulla narrazione e la caratterizzazione degli ambienti. Soprattutto negli spazi interni le cose si fanno davvero interessanti per gli occhi. Oggetti e dettagli sono stati inseriti non come banali riempitivi, ma per rendere il gameplay sì surreale, ma calato in un paesaggio che, chissà come mai, ci sembra di aver visto nei tanti prodotti culturali sulla Berlino est.