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Dal 2016, quando è nata in Svezia, ha aiutato più di 250mila persone a ottenere oltre 30 milioni di indennizzi assicurativi in seguito a incidenti di vario tipo con lesioni. Adesso Insurello, l’insurtech che punta a semplificare la burocrazia legata all’assicurazione grazie a un approccio digitale e a un team di esperti, sbarca anche in Italia, con la missione di “garantire a tutti un equo risarcimento”.

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Da dove nasce Insurello

La storia affonda le radici, secondo un approccio che accomuna molte startup, in un’esperienza e un bisogno del suo giovane fondatore, Marcus Janback. Atleta professionista sin dall’età di 16 anni, Janback subisce diversi infortuni che ne rallentano la carriera sportiva: si fa quindi aiutare dalla madre, professionista con oltre 20 anni di esperienza in un gruppo assicurativo, a “districarsi” nella burocrazia necessaria per dialogare con le assicurazioni e ottenere i risarcimenti per lesioni. Quando chiude la sua carriera sportiva, rimangono quella frustrante esperienza e un’idea: sfruttare le potenzialità del digitale e della tecnologia per portare a chiunque subisca un incidente – sportivo, domestico, sul lavoro o stradale – lo stesso livello di assistenza ricevuto dalla madre. Così crea Insurello.

Marcus Janback

Marcus Janback

In Italia 1.4 miliardi di euro di risarcimenti persi dagli assicurati

La startup parte da Stoccolma e cresce velocemente, espandendosi prima in tutta la Svezia, poi in Danimarca e in Francia. Arriva in Italia forte di un finanziamento di più di 20 milioni di euro, per conquistare un mercato che vale più di 1.4 miliardi di euro nel nostro paese. A tanto ammonta infatti la torta economica costituita dai sinistri chiusi senza seguito (denunciati ma non risarciti magari per errori di forma o appunto per labirinti burocratici appositamente costruiti da alcune compagnie) e – comparto quest’ultimo ancor più interessante – sinistri non denunciati.

Andrea Calicchio

Andrea Calicchio

La burocrazia prima causa dei mancati risarcimenti

“In Italia circa tre milioni di persone rimangono ferite ogni anno a causa di un incidente domestico. Mezzo milione sono stati gli infortuni sul lavoro nel 2020, 240mila gli incidenti stradali con lesioni – spiega Andrea Calicchio, messo a capo delle operazioni per l’Italia di Insurello – in molti casi, chi subisce un infortunio non fa ricorso alla copertura assicurativa che gli spetterebbe di diritto, perché scoraggiato dalle lungaggini burocratiche o addirittura inconsapevole rispetto a ciò che la polizza prevede; in altri casi, la scarsa conoscenza in ambito  assicurativo porta le persone a ottenere meno di quanto spetterebbe loro. Insurello arriva proprio a colmare questo gap informativo, a semplificare il processo e accompagnare, aiutare e tutelare l’utente fino al riconoscimento del giusto indennizzo”.  

Come funziona Insurello: 25% di percentuale ma solo se si incassa

Ma come funziona Insurello? Il processo inizia online: in meno di dieci minuti l’utente può creare la propria pratica su Insurello.it, fornendo alla piattaforma le informazioni preliminari necessarie per andare poi ad affrontare il caso specifico. In base alle caratteristiche della richiesta la pratica viene assegnata allo specialista più idoneo, che si metterà in contatto con l’utente per approfondire il caso, raccogliere tutta la documentazione necessaria e avviare il processo con l’assicurazione. Da questo momento in poi è il team di esperti di Insurello a occuparsi di portare avanti la pratica e fare tutto il necessario per portare a termine il risarcimento. Il modello è win-win: il processo, infatti, è totalmente gratuito per l’utente in caso di insuccesso, mentre nel caso in cui il risarcimento venga ottenuto, la piattaforma trattiene una percentuale del 25% sull’indennizzo. Certo non bassa, va detto, ma il 75% è sempre meglio dello “zero” a cui molti si rassegnano.

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“Sono orgoglioso di portare finalmente Insurello anche in Italia. Si tratta di una tappa importante nel nostro piano di espansione, non solo per il volume del mercato ma soprattutto perché vediamo un’opportunità concreta di poter portare un reale valore aggiunto all’utente, innovando la filiera assicurativaconclude Janback – anche in Italia puntiamo a risolvere gli stessi problemi che caratterizzano il settore negli altri paesi in cui operiamo: snellire i lunghi processi burocratici e semplificare il mondo dell’assicurazione.”