Videogiochi nati grazie a campagne di crowdfunding. Ma basta questo per un prodotto di successo?
Antico e moderno mescolati in un solo videogioco. L’ambizione della software house indie Senile Team avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque. Trattandosi poi di un platform, innovare non è semplice se si vuole restare fedeli alla tradizione del genere. Intrepid Izzy, disponibile anche su Xbox Series X/S, è un’opera frutto di una campagna di crowdfunding che gli sviluppatori avevano lanciato su Kickstarter. Sono davvero tante le storie di videogiochi ai quali qualche centinaio di fan e appassionati ha voluto dare una chance, investendo magari piccole somme che hanno trasformato i sogni in realtà. Da lì poi a dire che il successo sia garantito ce ne passa.
Intrepid Izzy racconta la storia di questa coraggiosa ragazza che, dopo aver inavvertitamente scatenato una malvagia creatura, deve avventurarsi in un mondo infestato da mostri e bestie di ogni tipo. A scorrimento orizzontale è ben piantato in meccaniche che i gamer riconosceranno o impareranno in pochi minuti di gioco. Essendo la protagonista intrepida, non poteva non menare le mani: è infatti la forza bruta a farla da padrona all’inizio, quando dobbiamo prendere a pugni i primi nemici.
Oltre a questo c’è una prevedibile progressione del personaggio, con nuovi potenziamenti e abilità tutte da sviluppare. Quel che colpisce in positivo di Intrepid Izzy è senz’altro la cura grafica: sia la protagonista sia i fondali e i nemici sono frutto di un’attenzione creativa non banale. Tutt’altro che un dettaglio, che ci ha permesso talvolta di sorvolare su alcuni difetti di base per il solo piacere di una varietà visiva così vivace.
Detto questo, Intrepid Izzy non ha il pregio della dinamicità in combattimento: gli scontri non sono così forsennati come ci sarebbe piaciuto. Va d’altra parte detto che le animazioni di colpi e onde energetiche che scaraventiamo sui nemici ci mostrano un impegno di fondo da parte degli sviluppatori nel confezionare un’avventura che di innovativo non ha nulla, ma che perlomeno ha tentato di costruire un’esperienza graficamente con poche sbavature. Lo consigliamo? Raggiunge senz’altro la sufficienza, ma non si spinge oltre.