Da Bilbao un indie per giocare col cibo
Col caldo è facile innervosirsi. Ma un picchiaduro in console, magari ecco all’ombra, potrebbe soffiare come una leggera brezza in una pianura afosa. Itadaki Smash, disponibile su Nintendo Switch, è un titolo indie sviluppato dalla software house spagnola Main Loop videogames di Bilbao. Rifacendosi a un immaginario giapponese, il team ha apparecchiato una storia minimalista, per concentrarsi su un combat system tutto sommato divertente, senza tralasciare la cura sugli scenari urbani e sugli sprite di nemici davvero bizzarri.
La storia di Itadaki Smash parte da Katsu, il più rinomato e squisito ristorante della città di San Daigo. Purtroppo alla mafia locale la cosa non sta bene e così getta una maledizione sulla cucina, trasformando gli ingredienti in temibili nemici. Al gamer l’ardua scelta dell’eroe da impersonare tra quattro proposti nel menu. Katsu, Naru, Tako e Mayo hanno ciascuno il proprio stile di combattimento e questo aiuterà senz’altro chi si appassionerà di più alle scorribande per ripercorrere l’esperienza provando qualcosa di nuovo.
Come nei tradizionali beat ’em up a scorrimento, in Itadaki Smash procediamo in schermare verso destra, fermandoci tappa dopo tappa per eliminare i nemici di turno. Una volta fatta piazza pulita si potrà procedere al round successivo. I colpi sono quelli tradizionali, con parata e la possibilità di saltare per scombinare le carte e riprendere fiato. Da apprezzare anche le interazioni ambientali con oggetti e elementi urbani, dai quali si potrà pescare vita preziosa.
Leggi anche: Drunken Fist 2: Zombie Hangover, il picchiaduro per rocker dannati
A livello di combat system siamo a un livello tutto sommato discreto. Non possiamo certo parlare di scontri fluidi e forsennati, ma neppure di meccaniche troppo rigide. In Itadaki Smash c’è una via di mezzo che permette di apprezzare la fisicità degli scontri corpo a corpo e perfino mosse di karate che ci permetteranno di afferrare una carota ambulante (sì, è uno dei nemici) e scaraventarla alle nostre spalle addosso agli altri avversari. Anche l’accompagnamento musicale ha il suo perché, contribuendo a dare all’avventura un tono decisamente poco serio.