Anche in Gran Bretagna le temperature stanno preoccupando i cittadini, non certo quanto alle nostre latitudini. Oltremanica Jeremy Clarkson ha voluto dedicare il suo ultimo editoriale sul Times al tema del meteo, centrale per quanto riguarda le sue attività di agricoltore a Diddly Squat. «Una volta era ragionevolmente prevedibile, ma ora non lo è più. Ho iniziato a coltivare nel 2020 e, se non ricordo male, non ha piovuto per niente, quindi tutti i miei raccolti sono appassiti. Poi non ha smesso di piovere e tutto quello che sono riuscito a piantare nel terreno, che non era molto, è annegato».

Jeremy Clarkson, cosa ha detto sul meteo
Chi ha visto le stagioni di Clarkson’s Farms su Amazon Prime Video ha visto quanto pioggia, caldo ed eventi atmosferici vari abbiano rovinato i piani e il bilancio di Jezza. Così nel suo articolo si è lanciato in alcuni dei suoi spassosi ragionamenti. «Riuscite a immaginare come sarebbe la vita se il meteo fosse un fattore determinante nel mondo della neurochirurgia? “Mi dispiace, signora Miggins. Abbiamo fatto del nostro meglio per salvare suo marito, ma temo che ci sia stato un acquazzone a metà operazione, quindi ora è morto”».
Lo showman ha proseguito su questo filone. «O la contabilità? “Sì, so che avete un’attività ben gestita e che il vostro prodotto è molto apprezzato da moltissime persone in tutto il mondo. Ma temo che a luglio ci sia stato molto sole e, di conseguenza, siete in bancarotta”». Da quando ha acquistato terreni e lanciato attività agricole, Jeremy Clarkson è diventato senz’altro più sensibile ai problemi quotidiani di chi lavora con la terra. Si è pure fatto portavoce della categoria scendendo in piazza l’autunno scorso contro il governo laburista di Keir Starmer.

«In qualsiasi altro settore – ha scritto Clarkson – si calcola quanto costa produrre un prodotto, si aggiunge un margine di profitto per renderlo redditizio, e questo è il prezzo che si applica. Ma in agricoltura non funziona così. Compro le mucche, le nutro e le curo, poi qualcuno a Chicago mi dice quanti soldi ricaverò. È lo stesso con il mio grano. C’è un prezzo globale, stabilito da gente in giacca e cravatta, e se è inferiore a quanto mi è costato coltivarlo, guai a te. Tutti gli agricoltori con cui parlo accettano questa situazione, ma io, da nuovo arrivato, faccio davvero fatica».