A StartupItalia le parole dello sviluppatore dietro al titolo metroidvania
«Mi ispiro soprattutto alla serie Ys, a Faxanadu, a Mega Man e ai giochi NES più strani che nessuno conosce. Scoprire titoli bizzarri mi incoraggia a pensare fuori dagli schemi con i miei progetti e mi aiuta a trovare idee stravaganti». Matt Kap, il fondatore della software house LABS Works, ha risposo così quando gli abbiamo chiesto che cosa lo avesse spinto a produrre il suo ultimo videogioco indie, Astalon: Tears of the Earth, che abbiamo provato su Nintendo Switch. Si tratta di un metroidvania che strizza molto l’occhio al retro gaming e, in un momento di vacche magre per la next gen, videogiochi simili sono pane per i denti dei gamer. Come ci ha spiegato Matt Kap il lavoro di sviluppo ha richiesto in tutto quasi cinque anni. Scoprite dunque la nostra recensione di Astalon: Tears of the Earth.
La recensione di Astalon: Tears of the Earth
In questa recensione di Astalon: Tears of the Earth vogliamo anzitutto presentarvi un titolo non proprio abbordabile per semplicità. Diciamo che, data la trama, gli sviluppatori hanno avuto buon gioco nel costringere il giocatore a intendere la morte come ineluttabile e, soprattutto, frequente. In un mondo devastato, pieno di mostri e creature spaventose, tre giovani eroi hanno un sfida complessa da affrontare. I loro nomi sono Arias (il combattente), Kyuli (la ladra) e Algus (il mago). Quest’ultimo ha fatto un patto con Epimeteo, un inquietante titano che il giocatore incontra ogni volta che uno dei tre passa a miglior vita.
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In questo caso l’escamotage narrativo non è niente male. Il patto stretto con Epimeteo è il seguente: questa entità continuerà a resuscitarci fino a che non avremo portato a termine la missione. E per farlo è necessario andare di backtracking come se non ci fosse un domani. Astalon: Tears of the Earth è uno di quei titoli che non si possono completare senza lunghe sessioni di gameplay in cui la vita cala drasticamente a causa di tutti quei mostri che rispuntano ogni volta che ritorniamo in una schermata. Si può soltanto colpire e scansarsi. Scordatevi la parata. Una situazione in pieno stile metroidvania: sfidante ai limiti.
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Il gameplay
Il gameplay è semplice. Ognuno dei tre personaggi ha un’abilità speciale. Il mago ha un bastone che spara proiettili, il combattente una spada e la ladra un arco con cui scoccare frecce. Per procedere è necessario andare per tentativi. Non saprete mai che cosa troverete nella schermata successiva e forse avrete bisogno di una spada per distruggere una barriera, o di un’abilità nel saltare che soltanto Kyuli ha. Non ci si sposta mai in gruppo: il gamer può governare solo uno dei tre eroi e per switchare deve raggiungere uno dei falò sulla mappa in cui troverà gli altri due in fase di riposo. In queste situazioni si può salvare la partita, oppure cambiare protagonista e procedere.
Per concludere la recensione di Astalon: Tears of the Earth vi ricordiamo che, a ogni morte, c’è l’occasione per potenziarsi. Prima che Epimeteo vi ributti in mezzo alla mischia, potrete aumentare la vita e migliorare le caratteristiche di ogni singolo personaggio. Il prezzo di tutto questo sta nelle gemme luminose che occorre raccogliere in ogni schermata di gioco uccidendo avversari e boss, oppure distruggendo casse.